"RESIZE RATS" (2008) - Charles Burns

venerdì 16 settembre 2011

Tool

Genere: Alternative metal, Art rock, Progressive metal, Progressive rock



Tool Website



Difficile inserire i Tool in una genere musicale definito, la loro continua sperimentazione artistica non permette una collocazione unilaterale della loro posizione nel vasto universo del rock. Nati a Los Angeles in piena era grunge, si sono spinti al di là dei generi musicali, unendo, man mano, alla loro radice alternative rock elementi neoprogressive e post-metal, aspetti dark e art rock.
Il quartetto originale dei Tool dei primi anni ‘90 comprendeva Maynard James Keenan come vocalist, Adam Jones come chitarrista, Danny Carey alla batteria e Paul D’Amour al basso. L’etimologia legata al nome della nuova band è tuttora velata di mistero, se da un lato il termine “tool”(strumento,arnese) viene indicato come uno strumento per la ricerca di un benessere psicofisico legato alla pseudofilosofia Lachrymology (secondo cui il raggiungimento della "consapevolezza", dell'arricchimento interiore sarebbe possibile attraverso lo studio e l'esplorazione del proprio dolore), da l’altro si attribuisce l’origine al passato da aspirante marine di Keenan, “tool” in gergo militare sta ad indicare un soggetto totalmente sottomesso alle regole e a gli ordini impartiti dall’alto.
Le prime note cominciarono a svilupparsi in casa di Danny Carey e dopo pochi concerti e soli tre mesi i Tool firmarono il primo contratto discografico con la Zoo Entertaiment, portando a termine il loro primo lavoro ufficiale: Opiate nel 1992. L’EP composto da sei brani contraddistingue il primordiale sound della band, un suono essenzialmente ruvido e pesante, ma già dall’uscita dei due singoli Hush e Opiate, si può intuire quello stile unico che prenderà forma ne gli anni a seguire.
Il primo album di debutto vero e proprio è Undertow (1993), composto da dieci tracce, l’album si inserisce in un clima musicale dominato dal grunge andando a rompere gli schemi dettati dal mainstream attraverso un sound alternativo più vicino all’heavy metal. L’album tratta tematiche sulla droga, infanzia e relazioni interpersonali, i riff incrociati tra Jones e D’Amour si incastrano perfettamente con il drumming di Danny Carey, lì dove le liriche di Keenan cominciano a farsi più criptiche e inquietanti. All’uscita controversa dell’album segui un tour con il circuito live del Lollapalooza. Dopo aver ricevuto notevoli consensi dai fan e da gli organizzatori, i Tool passarono dal palco secondario a quello principale.
A seguito del successo dal vivo, durante le registrazioni del secondo album della band avviene il primo e unico cambio nella formazione.Il bassista Paul D’Amour lascia amichevolmente la band, per dedicarsi ad altri progetti, sostituito da Justin Canchellor proveniente dai Peach, che già avevano suonato con i Tool in un tour europeo. Ǽnima appare sugli scaffali nell’Ottobre del 1996, dopo più di anno di lavorazione. Il disco, prodotto da David Botrill, noto ai fan dei King Crimson per aver lavorato nella produzione di alcuni loro album, segna con decisione l’evoluzione creativa dei Tool. Le atmosfere cominciano a dilatarsi, la ricercatezza dei suoni e delle soluzioni stilistiche si fa più acuta. Nel sound della band vanno ad inserirsi fattori tra i più divergenti: l’alternanza di toni più duri si contrappone alla pura sperimentazione sonora attraverso campionamenti; la voce di Keenan spazia da delicate melodie a ossessivi e aspri timbri più cupi; il temperamento percussivo di Carey porta il suono verso ambienti più mistici e a tratti esotici; le variazioni nei temi di Jones e Canchellor spingono il volume sonoro verso vibrazioni con delle sembianze da una parte più nevrotiche e dall’altra più leggere e meditative. Ǽnima pùò essere considerato non solo un ottimo album dal punto di vista dell’innovazione e del cambiamento, per la band, ma soprattutto in esso già si celano quei meccanismi e quelle alchimie che porteranno i Tool e la loro musica oltre le frontiere del Rock. Seguì un periodo di silenzio, in cui la band dovette risolvere dei problemi contrattuali con la propria casa discografica che li accusava di aver preso contatto con altre etichette. Dopo cause e controcause la vicenda si risolse fuori dai tribunali con la firma di un nuovo contratto.
Forse a causa delle pressioni dovute ai problemi contrattuali i membri della band cominciarono a dedicarsi a progetti paralleli: Keenan fondò gli A Perfect Circle insieme all’amico Billy Howerdel mentre Jones e Carey cominciarono una collaborazione con altri musicisti, rispettivamente Buzz Osborne(Melvins, Fantômas) e Jello Biafra(Dead Kennedys). Nel 2001 i Tool diedero vita ad un nuovo lavoro: Lateralus, il terzo album della band. Il disco si presenta come un evoluzione musicale verso caratteristiche associate all’ art rock e al progressive rock; come un percorso sperimentale più raffinato e maniacale dove ogni tema e movimento confluisce perfettamente in quello successivo. Il sound si fa meno duro diventando però molto più complesso e stratificato. Le tracce diventano suite divise in più parti, presentando molti cambi ritmici e dinamici, dove l’intreccio tra la chitarra e il basso si fa ancora più stretto. I brani acquistano atmosfere spirituali e mistiche in una continua progressione verso la scoperta dell’animo umano e dei suoi lati più oscuri. Le liriche descrivono metaforicamente processi e considerazioni che ruotano attorno a nuclei occulti di difficile lettura, l’astronomia e la matematica, la psicologia e la natura, la morte e la sessualità.
Lateralus rappresenta, nel complesso, una vera e propria opera rock, un disegno meticoloso ed elaborato, un nuova frontiera extramondo, un concept impossibile da svelare in maniera semplice ed esaustiva, una fusione tra musica e spirito con delle complesse chiavi di lettura. Dovettero passare cinque anni prima che il nome dei Tool tornasse a risaltare nei media che si interessavano di musica, con l'uscita nel 2006 dell'album 10,000 Days. Nel periodo in questione i membri dei Tool non rimasero inattivi, Keenan ritornò prima in studio e poi in tour con gli A Perfect Circle mentre gli altri membri della band ripresero i loro side-project e le collaborazioni con altri musicisti. Sorprendendo ancora, dopo il complesso meccanismo spirituale che si muoveva nel disco precedente, i Tool portano la loro musica verso un aspetto diverso, molto più intimo e personale. Il titolo dell’album fa riferimento ai 27 anni di malattia di Judith, la madre di Keenan. Da qui l’opera assume un significato del tutto proprio al cantante. La riflessione si alterna alla rabbia, il senso di impotenza si contorce in uno stato di feroce abbandono, la retorica si infrange contro la brutale stupidità. Tutto quel flusso mistico e vorticoso che circondava Lateralus in 10,000 Days cambia bruscamente rotta, andandosi ad immergere nel dolore più profondo, nella più critica e devastante considerazione dell’uomo. Il disco si presenta subito come il più complesso dal punto di vista tecnico-strumentale della band, evidenziandone una nuova maturità artistica. Il suono diventa molto più preciso e ricercato, i ritmi si alternano da spinti e claustrofobici a chirurgiche sequenze misurate. Gli strumenti a corda oscillano da un rarefatto ma definito stile ad un più incalzante e nervoso intreccio. Il bisogno di punti di riferimento mentre si sta cercando di rimanere a galla in un oceano emotivo contraddittorio viene ben descritto dai pulsanti incroci ritmici di Canchellor e Carey. Sostanzialmente l’opera può essere definita come una sorta di approdo a dieci anni da Ǽnima, da un viaggio che ha portato la band al di là delle barriere e dei labirinti nascosti nelle abilità percettive dell’uomo, ad una sorta di espansione del campo di coscienza collettivo.  All’uscita del disco seguì un tour mondiale che durò per due anni in cui gli effetti dei videoproiettori e dei laser si fecero ancora più coinvolgenti.

(Fonte: rockprogressive.it)



72826 Demo (1991)


01 Cold And Ugly
02 Hush
03 Part Of Me
04 Crawl Away
05 Sober
06 Jerk Off



Opiate EP (1992)


1 – Sweat (3:46)
2 – Hush (2:48)
3 – Part of Me (3:17)
4 – Cold and Ugly (live, 4:09)
5 – Jerk-Off (live, 4:24)
6 – Opiate / The Gaping Lotus Experience (8:28)



Undertow (1993)


1. "Intolerance" 4:54
2.  "Prison Sex" 4:56
3.  "Sober" 5:06
4.  "Bottom" Tool & Henry Rollins 7:14
5.  "Crawl Away" 5:29
6.  "Swamp Song" 5:31
7.  "Undertow " 5:21
8.  "4°" 6:02
9.  "Flood" 7:45
69. "Disgustipated"  15:47

"Disgustipated" is track 69 on most pressings in North America (tracks 10-68 are silent and are about 1 second in length). It also appears as track 39, track 10 (mostly in Europe) or as a hidden track following "Flood" on track 9. On certain Japanese imports, "Disgustipated" is track 70, with a short live version of "Flood" as track 71.



Tales from the Darkside (1994)


   1. Sober
   2. Undertow (live)
   3. Sober (live)
   4. Opiate (live)
   5. Flood (live)
   6. Prison Sex (live)
   7. Jerk-off (live)
   8. Prison Sex (live)
   9. Bottom (live)



Ænima (1996)


01. Stinkfist
02. Eulogy
03. H.
04. Useful Idiot
05. Forty Six & 2
06. Message to Harry Manback
07. Hooker With a Penis
08. Intermission
09. Jimmy
10. Die Eier von Satan
11. Pushit
12. Cesaro Summability
13. Ænema
14. (-) Ions
15. Third Eye



Lateralus (2001)


01. The Grudge
02. Eon Blue Apocalypse
03. The Patient
04. Mantra
05. Schism
06. Parabol
07. Parabola
08. Ticks & Leeches
09. Lateralus
10. Disposition
11. Reflection
12. Triad
13. Faaip de Oiad



10,000 Days (2006)


01. Vicarious
02. Jambi
03. Wings for Marie, Pt. 1
04. 10,000 Days (Wings, Pt. 2)
05. The Pot
06. Lipan Conjuring
07. Lost Keys (Blame Hofmann)
08. Rosetta Stoned
09. Intension
10. Right in Two
11. Viginti Tres




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