Genere: Post Metal, Post Rock, Sludge Metal, Progressive Rock
I Pelican sono una band strumentale di Chicago. Insieme a Neurosis, Isis, Red Sparowes e altri rappresentano l’anello di congiunzione tra hardcore, punk, psichedelia, post-rock, metal e progressive. Larry Herweg, Trevor de Brauw e Laurent Schroeder-Lebec, rispettivamente batteria e due chitarre, sono anche i tre quarti dei Tusk. Il quarto membro della band è Bryan al basso, fratello di Larry. Il loro stile è un denso concentrato strumentale di metal e psichedelia, altamente evocativo, senza appartenere nello specifico a nessuno dei due generi, ma destreggiandosi tra mille influenze: folk, etnica, progressive, hard rock e effervescenze da colonna sonora.
Dal 2003 al 2007 hanno inciso per la Hydrahead di Aaron Turner degli Isis l'ep d'l’esordio: l'omonimo Pelican del 2001. Poi nel 2003 Australasia all'interno del quale coesistono numerose entità: dal post-rock influenzato dallo stoner e dal postcore, al "quasi-metal" in cui ritmiche massicce e sonorità molto in-your-face portano alla mente gli Opeth del fu Blackwater Park. A due anni da Australasia, primo full-lenght che ha mostrato al pubblico mondiale le capacità dei quattro musicisti, la band ritorna con il secondo capitolo discografico, The Fire In Our Throats Will Beckon The Thaw (2005), che continua la scia Sludge atmosferico/Post Metal del predecessore, concentrandosi solo sulle sezioni strumentali. Composto da sette splendide canzoni complesse e parecchio elaborate, l’album procede lungo un’ora di intense emozioni musicali, trasmettendo sensazioni di quiete ed immagini oniriche, legate al mondo della natura, che i Pelican portano vivo sia nel loro nome sia nei loro titoli e copertine. L’alone Sludge si è parecchio attenuato rispetto al precedente album, dando vita ad aperture Post Rock suadenti e per nulla banali. Nel 2007 esce City Of Echoes, questo album non segna un allontanamento dalla direttrice Australasia e The Fire in Our Throats Will Beckon the Thaw, ma ne è la naturale prosecuzione. L'approdo a una formula più organica e bilanciata comporta da un lato un certo manierismo, dall'altro una predisposizione a fungere da modello per ulteriori emulazioni. Elementi che fortunatamente non compromettono la qualità dell'album, ma al contrario ne aumentano la rappresentatività e l'importanza in riferimento alla scena. Il titolo dell’album, che potrebbe far alludere l’ascoltatore a qualcosa di mistico, urbano e degradato, si riferisce invece al sentimento provato dalla band durante i tour mondiali, cioè la percezione di un contesto comune che lega tutte le città, conseguenza della crescente globalizzazione. City Of Echoes, è un particolare connubio tra lo stile personale dei Pelican e parti più oscure ed inaspettate. Sempre per la Hydrahead pubblicano i seguenti ep: March into the Sea (2005) e Pink Mammoth (2007).
Terminati i rapporti con la Hydrahead ha inizio il sodalizio con la Southern Lord che pubblica l’ep Ephemeral (2009) e prosegue con l’lp What We All Come to Need (2009). Quest'ultimo non solo prosegue sulla strada intrapresa col precedente album, ma amplifica maggiormente i punti di rottura col vecchio sound della band. Ci troviamo di fronte ad una certa standardizzazione e, se vogliamo, banalizzazione della struttura dei pezzi, ora più che mai legati alla tradizione post-rock di gruppi come gli Explosions in the Sky, riportati in salsa più estrema. Nel 2012 registrato in più riprese tra Chicago e Los Angeles, con la presenza in studio di Aaron Harris degli ISIS, il quarto mini album Ataraxia/Taraxis che riporta in luce alcune delle migliori qualità della band che ai tempi di The Fire in Our Throats Will Beckon the Thaw ci aveva conquistati con dello splendido post rock al sapore di sludge. Quattro tracce che non raccontano niente di nuovo né al fan né tantomeno al genere, ma che dopo più di un passo falso riescono a smentire chi li dava ormai per spacciati.
Dal 2003 al 2007 hanno inciso per la Hydrahead di Aaron Turner degli Isis l'ep d'l’esordio: l'omonimo Pelican del 2001. Poi nel 2003 Australasia all'interno del quale coesistono numerose entità: dal post-rock influenzato dallo stoner e dal postcore, al "quasi-metal" in cui ritmiche massicce e sonorità molto in-your-face portano alla mente gli Opeth del fu Blackwater Park. A due anni da Australasia, primo full-lenght che ha mostrato al pubblico mondiale le capacità dei quattro musicisti, la band ritorna con il secondo capitolo discografico, The Fire In Our Throats Will Beckon The Thaw (2005), che continua la scia Sludge atmosferico/Post Metal del predecessore, concentrandosi solo sulle sezioni strumentali. Composto da sette splendide canzoni complesse e parecchio elaborate, l’album procede lungo un’ora di intense emozioni musicali, trasmettendo sensazioni di quiete ed immagini oniriche, legate al mondo della natura, che i Pelican portano vivo sia nel loro nome sia nei loro titoli e copertine. L’alone Sludge si è parecchio attenuato rispetto al precedente album, dando vita ad aperture Post Rock suadenti e per nulla banali. Nel 2007 esce City Of Echoes, questo album non segna un allontanamento dalla direttrice Australasia e The Fire in Our Throats Will Beckon the Thaw, ma ne è la naturale prosecuzione. L'approdo a una formula più organica e bilanciata comporta da un lato un certo manierismo, dall'altro una predisposizione a fungere da modello per ulteriori emulazioni. Elementi che fortunatamente non compromettono la qualità dell'album, ma al contrario ne aumentano la rappresentatività e l'importanza in riferimento alla scena. Il titolo dell’album, che potrebbe far alludere l’ascoltatore a qualcosa di mistico, urbano e degradato, si riferisce invece al sentimento provato dalla band durante i tour mondiali, cioè la percezione di un contesto comune che lega tutte le città, conseguenza della crescente globalizzazione. City Of Echoes, è un particolare connubio tra lo stile personale dei Pelican e parti più oscure ed inaspettate. Sempre per la Hydrahead pubblicano i seguenti ep: March into the Sea (2005) e Pink Mammoth (2007).
Terminati i rapporti con la Hydrahead ha inizio il sodalizio con la Southern Lord che pubblica l’ep Ephemeral (2009) e prosegue con l’lp What We All Come to Need (2009). Quest'ultimo non solo prosegue sulla strada intrapresa col precedente album, ma amplifica maggiormente i punti di rottura col vecchio sound della band. Ci troviamo di fronte ad una certa standardizzazione e, se vogliamo, banalizzazione della struttura dei pezzi, ora più che mai legati alla tradizione post-rock di gruppi come gli Explosions in the Sky, riportati in salsa più estrema. Nel 2012 registrato in più riprese tra Chicago e Los Angeles, con la presenza in studio di Aaron Harris degli ISIS, il quarto mini album Ataraxia/Taraxis che riporta in luce alcune delle migliori qualità della band che ai tempi di The Fire in Our Throats Will Beckon the Thaw ci aveva conquistati con dello splendido post rock al sapore di sludge. Quattro tracce che non raccontano niente di nuovo né al fan né tantomeno al genere, ma che dopo più di un passo falso riescono a smentire chi li dava ormai per spacciati.
(Fonti: lastfm.it, debaser.it, rockline.it, ondarock.it, .groovebox.it )
Pelican EP (2001)
1. "Pulse" – 4:01
2. "Mammoth" – 4:57
3. "Forecast for Today" – 7:29
4. "The Woods" – 12:58
Australasia (2003)
1. NightEndDay
2. Drought
3. Angel Tears
4. Gw
5. Untitled
6. Australasia
Pelican / Scissorfight / The Austerity Program Split (2003)
A1 - Pelican - GW (3:35)
B1 - Scissorfight - The Rules Are Different For Dead Men (2:56)
B2 - The Austerity Program - (Hydra Head Song) Song 10 (1:20)
B1 - Scissorfight - The Rules Are Different For Dead Men (2:56)
B2 - The Austerity Program - (Hydra Head Song) Song 10 (1:20)
March into the Sea EP (2005)
1. "March into the Sea" – 20:28
2. "Angel Tears" (J. K. Broadrick remix) – 12:22
Pelican / Mono (2005)
1. Ran Amber (09:03)
2. Angel Tears (James Plotkin remix) (06:44)
3. Yearning (15:44)
2. Angel Tears (James Plotkin remix) (06:44)
3. Yearning (15:44)
Pelican / Playing Enemy (2005)
Track 1 by Pelican
Track 2 by Playing Enemy
1. Sirius (Demo version) (05:03)
2. The Priest Cop (03:50)
The Fire in Our Throats Will Beckon the Thaw (2005)
1. Last Day of Winter (09:36)
2. Autumn into Summer (10:44)
3. March to the Sea (11:37)
4. Untitled (04:43)
5. Red Ran Amber (11:20)
6. Aurora Borealis (04:55)
7. Sirius (05:47)
2. Autumn into Summer (10:44)
3. March to the Sea (11:37)
4. Untitled (04:43)
5. Red Ran Amber (11:20)
6. Aurora Borealis (04:55)
7. Sirius (05:47)
City of Echoes (2007)
1. Bliss In Concrete
2. City Of Echoes
3. Spaceship Broken - Parts Needed
4. Winds With Hands
5. Dead Between The Walls
6. Lost In The Headlights
7. Far From Fields
8. A Delicate Sense Of Balance
Pink Mammoth EP (2007)
1. "Pink Mammoth" – 6:28
2. "End of Seasons (Prefuse 73 remix)" – 8:33
These Arms Are Snakes / Pelican Split (2008)
1. "Pink Mammoth" These Arms Are Snakes 6:45
2. "Gold Diggers" Pelican 4:38
Ephemeral EP (2009)
1. Embedding the Moss
2. Ephemeral
3. Geometry of Murder
2. Ephemeral
3. Geometry of Murder
What We All Come To Need (2009)
1. Glimmer
2. The Creeper
3. Ephemeral
4. Specks Of Light
5. Strung Up From The Sky
6. An Inch Above Sand
7. What We All Come To Need
8. Final Breath
2. The Creeper
3. Ephemeral
4. Specks Of Light
5. Strung Up From The Sky
6. An Inch Above Sand
7. What We All Come To Need
8. Final Breath
Young Widows / Pelican Split (2009)
1. Young Windows - Mid-Western
2. Pelican - Invh Above Sand
Ataraxia/Taraxis (2012)
1. Ataraxia (3:20)
2. Lathe Biosas (4:43)
3. Parasite Colony (4:38)
4. Taraxis (5:13)
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