Genere: Sludge metal, Doom metal, Post hardcore, Post metal
Info Band
Old Man Gloom Myspace
Gli Old Man Gloom sono una super-combo della scena messicano/bostoniana, formato da Aaron Turner (Isis - voce e chitarra) e da Santos Montano (Zozobra - batteria) sul finire degli anni ’90, e ora una delle realtà più affermate della scena post-hardcore. Il sound di base è iscrivibile nella categoria post-hardcore/metal , caratterizzato da ampie sperimentazioni folk/ambient. I territori esplorati sono molto vari, e calcano le orme di band come Neurosis, Earth, Godflesh, Converge, folk minimale e stacchi ambientali.
Il debut album risale al 1999, intitolato Meditations in B, e per l’occasione la formazione fu completata da niente di meno che Nate Newton (Converge) alla chitarra e da Caleb Scofield (Cave-In) al basso. L’album, edito dalla Tortuga Imprint (sottoetichetta della HydraHead), consta di 14 pezzi di brevissima durata equamente divisi tra violenti assalti noise-core e digressioni ambient; liricamente le tematiche sono piuttosto criptiche, ma toccano temi quali l’evoluzione ( o involuzione) umana, la ricerca scientifica, il mondo dei primati. Il 2001 è la volta dei due album Seminar II: The Holy Rites of Primitivism Regressionism e Seminar III: Zozobra, dischi che evolvono decisamente l’approccio del debut, e in occasione di essi si aggiungono alla causa i contributi di Steve Brodsky e Luke Scarola. Il primo Seminar II è un album davvero travolgente se si riesce a scavare nel "caos" e non ci si ferma ad un primo ascolto superficiale. Un disco ostico difficile ossessivo claustrofobico, ma se molti non si "inchioderanno" dopo due o tre tracce, quelli che continueranno nell'ascolto scopriranno una miniera di tesori. Il secondo Seminar III è un "Odissea nello strazio", un reale strazio dei sentimenti e delle conoscenze fin qui considerate fondamentali per la sopravvivenza umana. Non c'è assolutamente niente per i primi 6 minuti se non la chitarra che guida l'ascoltatore verso un al di là che ancora non ha una forma concreta. Si parte, e improvvisamente appare una voce metallica che sembra quasi richiamarci ad una realtà irreale. Incubi di pseudo androidi, questo è il nostro scenario. Non si possono analizzare le tracce di questo disco perchè questo disco è una traccia unica, questo disco è una cosa unica, questo disco è un incubo unico. Ed eccola lì che esplode questa Zozobra al suo primo cambio dopo quasi 8 minuti, il basso, la batteria e la voce esplodono contemporaneamente mentre la chitarra ricalca ancora il riff iniziale in una sorta di sogno post-atomico. Dolore, disperazione, rabbia, fastidio, senso di soffocamento, questo ci dice questo disco, ed è qui che gli Old Man Gloom vogliono portarci nel loro mondo. Nel 2003 pubblicano Christmas Eve I and II + 6 EP un progetto sonoro complicato dall’inserimento di suoni cacofonici di sottofondo che creano un’asincronia aliena a qualsiasi strumento musicale, stridenti rumori di lamiere e suoni ancestrali vengono proiettati tra asfissianti elettroniche siderali, accompagnati da accordi orientaleggianti, devastati da selvaggi e caotici subitanei momenti mathcore. Il tutto è condensato in un’immensa architettura ambient disturbata al suo interno da una “diffrazione” inconscia, un ossimoro tra percezioni distensive e inquietudine dell’anima.
Nel 2004 è la volta di Christmas, stilisticamente poco differente dai precedenti, ma quel che si avverte è una maggiore coesione di fondo , nonostante l’ascolto, consuetudine di questa band, richieda sempre particolare predisposizione. In Christmas gli esperimenti sonori sono della durata media di cinque minuti ciascuno, e dalla band responsabile, o colpevole che dir si voglia, dei tre "seminari" non ci si può aspettare altro che lancinanti ferite ricolme di drone che ricopre echi di chitarre acustiche, pulsazioni provenienti da chissà quali universi, e messe corali di religioni sconosciute. Le canzoni vere e proprie non superano i tre minuti di lunghezzza, e sono ciò che sarebbe più prevedibile aspettarsi dalle persone coinvolte nel progetto Old Man Gloom.
Dopo il buon Christmas, un silenzio di otto anni, che termina nel 2012 con la pubblicazione per l'etichetta Hydra Head Records dell'album No. Qualcuno potrebbe vedere in questo disco un’operazione “furba”, vista la popolarità del genere in questo, ma onestamente Turner non sembra il tipo da simili ruffianate e in ogni caso il qui presente No sembra un album genuino e ispirato, che trasuda un’urgenza espressiva quasi palpabile, carico di una violenza che evidentemente l’ex frontman degli Isis non è riuscito a convogliare interamente negli Split Cranium e negli altri progetti a cui ha preso parte negli ultimi anni. Allo stesso modo, a Scofield non sarà bastato il bellissimo ritorno sulle scene (White Silence) dei suoi Cave In, mentre Newton avrà avuto bisogno di “scaldarsi” un po’ prima dell’uscita dell' ultimo parto dei Converge. Tutti questi fattori hanno dato vita all’album più diretto e violento che gli Old Man Gloom abbiano mai tirato fuori: No non sarà ispirato come i primi inarrivabili lavori, ma l’aver ridotto all’osso le divagazioni ambient / noise e gli splendidi manierismi di cui avevano ampiamente abusato in passato ha portato i quattro a comporre un disco piuttosto diverso dai precedenti, che magari strizza un po’ l’occhio ai fan più recenti del cosiddetto “post metal”, ma che in fondo si pone una spanna sopra la maggior parte delle uscite odierne in questo ambiente. La cosa più evidente è che No è un disco 100% Old Man Gloom, che nonostante la “concorrenza” ha tutte le carte in regola per piacere parecchio a tutti i fan del genere e magari, chissà, per invitarli anche a riscoprire un po’ il passato. La mano di abilissimi compositori c’è e si sente, No è decisamente una spanna sopra la maggior parte delle uscite che affollano oggigiorno il panorama post; in molti dovrebbero studiare da questi maestri.
Il debut album risale al 1999, intitolato Meditations in B, e per l’occasione la formazione fu completata da niente di meno che Nate Newton (Converge) alla chitarra e da Caleb Scofield (Cave-In) al basso. L’album, edito dalla Tortuga Imprint (sottoetichetta della HydraHead), consta di 14 pezzi di brevissima durata equamente divisi tra violenti assalti noise-core e digressioni ambient; liricamente le tematiche sono piuttosto criptiche, ma toccano temi quali l’evoluzione ( o involuzione) umana, la ricerca scientifica, il mondo dei primati. Il 2001 è la volta dei due album Seminar II: The Holy Rites of Primitivism Regressionism e Seminar III: Zozobra, dischi che evolvono decisamente l’approccio del debut, e in occasione di essi si aggiungono alla causa i contributi di Steve Brodsky e Luke Scarola. Il primo Seminar II è un album davvero travolgente se si riesce a scavare nel "caos" e non ci si ferma ad un primo ascolto superficiale. Un disco ostico difficile ossessivo claustrofobico, ma se molti non si "inchioderanno" dopo due o tre tracce, quelli che continueranno nell'ascolto scopriranno una miniera di tesori. Il secondo Seminar III è un "Odissea nello strazio", un reale strazio dei sentimenti e delle conoscenze fin qui considerate fondamentali per la sopravvivenza umana. Non c'è assolutamente niente per i primi 6 minuti se non la chitarra che guida l'ascoltatore verso un al di là che ancora non ha una forma concreta. Si parte, e improvvisamente appare una voce metallica che sembra quasi richiamarci ad una realtà irreale. Incubi di pseudo androidi, questo è il nostro scenario. Non si possono analizzare le tracce di questo disco perchè questo disco è una traccia unica, questo disco è una cosa unica, questo disco è un incubo unico. Ed eccola lì che esplode questa Zozobra al suo primo cambio dopo quasi 8 minuti, il basso, la batteria e la voce esplodono contemporaneamente mentre la chitarra ricalca ancora il riff iniziale in una sorta di sogno post-atomico. Dolore, disperazione, rabbia, fastidio, senso di soffocamento, questo ci dice questo disco, ed è qui che gli Old Man Gloom vogliono portarci nel loro mondo. Nel 2003 pubblicano Christmas Eve I and II + 6 EP un progetto sonoro complicato dall’inserimento di suoni cacofonici di sottofondo che creano un’asincronia aliena a qualsiasi strumento musicale, stridenti rumori di lamiere e suoni ancestrali vengono proiettati tra asfissianti elettroniche siderali, accompagnati da accordi orientaleggianti, devastati da selvaggi e caotici subitanei momenti mathcore. Il tutto è condensato in un’immensa architettura ambient disturbata al suo interno da una “diffrazione” inconscia, un ossimoro tra percezioni distensive e inquietudine dell’anima.
Nel 2004 è la volta di Christmas, stilisticamente poco differente dai precedenti, ma quel che si avverte è una maggiore coesione di fondo , nonostante l’ascolto, consuetudine di questa band, richieda sempre particolare predisposizione. In Christmas gli esperimenti sonori sono della durata media di cinque minuti ciascuno, e dalla band responsabile, o colpevole che dir si voglia, dei tre "seminari" non ci si può aspettare altro che lancinanti ferite ricolme di drone che ricopre echi di chitarre acustiche, pulsazioni provenienti da chissà quali universi, e messe corali di religioni sconosciute. Le canzoni vere e proprie non superano i tre minuti di lunghezzza, e sono ciò che sarebbe più prevedibile aspettarsi dalle persone coinvolte nel progetto Old Man Gloom.
Dopo il buon Christmas, un silenzio di otto anni, che termina nel 2012 con la pubblicazione per l'etichetta Hydra Head Records dell'album No. Qualcuno potrebbe vedere in questo disco un’operazione “furba”, vista la popolarità del genere in questo, ma onestamente Turner non sembra il tipo da simili ruffianate e in ogni caso il qui presente No sembra un album genuino e ispirato, che trasuda un’urgenza espressiva quasi palpabile, carico di una violenza che evidentemente l’ex frontman degli Isis non è riuscito a convogliare interamente negli Split Cranium e negli altri progetti a cui ha preso parte negli ultimi anni. Allo stesso modo, a Scofield non sarà bastato il bellissimo ritorno sulle scene (White Silence) dei suoi Cave In, mentre Newton avrà avuto bisogno di “scaldarsi” un po’ prima dell’uscita dell' ultimo parto dei Converge. Tutti questi fattori hanno dato vita all’album più diretto e violento che gli Old Man Gloom abbiano mai tirato fuori: No non sarà ispirato come i primi inarrivabili lavori, ma l’aver ridotto all’osso le divagazioni ambient / noise e gli splendidi manierismi di cui avevano ampiamente abusato in passato ha portato i quattro a comporre un disco piuttosto diverso dai precedenti, che magari strizza un po’ l’occhio ai fan più recenti del cosiddetto “post metal”, ma che in fondo si pone una spanna sopra la maggior parte delle uscite odierne in questo ambiente. La cosa più evidente è che No è un disco 100% Old Man Gloom, che nonostante la “concorrenza” ha tutte le carte in regola per piacere parecchio a tutti i fan del genere e magari, chissà, per invitarli anche a riscoprire un po’ il passato. La mano di abilissimi compositori c’è e si sente, No è decisamente una spanna sopra la maggior parte delle uscite che affollano oggigiorno il panorama post; in molti dovrebbero studiare da questi maestri.
(Fonti: rockedintorni.it, debaster.it, emotionalbreakdown.com, grindontheroad.com)
Meditations in B (1999)
- "Afraid Of" – 1:16
- "Flood I" – 0:50
- "Simian Alien Technology: Message Received" – 3:27
- "Sonic Wave of Bees" – 1:22
- "Sonar Enlightenment Program" – 5:43
- "Rotten Primate" – 1:47
- "The Exploder Whale" – 1:02
- "Poisoner" – 0:42
- "An Evening at the Gentleman's Club for Apes" – 0:55
- "Vipers" – 0:50
- "Test Result: Alien Ape Distress Signal" – 1:55
- "Flood II" – 1:02
- "Resolving the De-Evolution Conflict" – 1:31
- "Scraps Theatre Presents: Confusion in Five Movements" – 7:01
Seminar II: The Holy Rites of Primitivism Regressionism (2001)
- "Brain Returns To Initial State" - 0:53
- "Bells Dark Above Our Heads" - 4:11
- "Branch Breaker" - 0:51
- "Radio Crackles Spill Down My Face" - 1:33
- "Hot Salvation" - 3:10
- "Breath Drops Out In Ice And Glass" - 5:57
- "Rape Athena" - 1:46
- "Roar Of The Forest Rose To Thunder" - 2:24
- "Clenched Tight In The Fist Of God" - 2:16
- "Only Dogs Hear (Here)" - 0:51
- "Jaws Of The Lion" - 2:42
- "Smoke Out Loud" - 6:26
- "Deserts In Your Eyes" - 3:09
- "Meditations In B Part V & VI" - 5:48
- "Cinders Of The Simian Psyche" - 2:43
- "Three Ring Ocean Sideshow" - 5:43
- "Mandied (Self: Reborn)" - 8:10
Seminar III: Zozobra (2001)
1. "Zozobra" – 27:10
Christmas Eve I and II + 6 EP (2003)
- "Christmas Eve Part I" – 7:08
- "A.L.F. Makes Accident, Or The Slow Advance Of Now Liberated, But Virally Contagious Chimps" – 2:16
- "Skull Of Geronimo (Feat. The Vocal Stylings Of James Randall)" – 0:36
- "Masami's Music Box 1" – 0:49
- "Branch Breaker" (Live In NYC) – 0:49
- "Masami's Music Box 2" – 1:04
- "Christmas Eve Part II" – 5:04
- "Gratuitous Bonus Track Made By Sensible Musicians Doing Questionable Things (Feat. SB, AM, And JRC)" – 4:08
Christmas (2004)
- "Gift" – 5:47
- "Skullstorm" – 0:51
- "Something for the Mrs." – 5:44
- "Sleeping With Snakes" – 2:33
- "Lukeness Monster" – 2:54
- "'Tis Better to Receive" – 1:25
- "Accord-O-Matic" – 7:50
- "The Volcano" – 7:32
- "Close Your Eyes, Roll Back into Your Head" – 3:30
- "Girth and Greed" – 1:33
- "Sonic Dust" – 3:06
- "Valhalla" – 2:08
- "Christmas Eve parts I, II & III (alt. version)" – 16:17
01. Grand Inversion (2:25)
02. Common Species (7:59)
03. Regain / Rejoin (2:31)
04. To Carry The Flame (4:31)
05. The Forking Path (4:13)
06. Shadowed Hand (8:12)
07. Rats (8:09)
08. Crescent (4:25)
09. Shuddering Earth (14:03)
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