Genere: Post Rock, Post Metal, Indie Rock
Russian Circles Website
I Russian Circles sono un trio di Chicago attivo dal 2004. Fondati dal chitarrista Mike Sullivan e dal bassista Colin DeKuiper entrambi impegnati in precedenza in un altro gruppo che si occupava di musica strumentale, i Dakota/Dakota. Reclutano immediatamente alla batteria Dave Turncrantz, precedentemente impegnato con i Riddle of Steel, gruppo di Saint Louis. Questi Russian Circles non è ai Tortoise che guardano,
bensì ad altri eminenti concittadini, i Pelican, alla HydraHead e alla
Neurot, i templi della scena post-sludge . E poi, appunto, ai texani Explosions In The Sky e alla loro scuola in generale.
Dotati di una buona tecnica svariano dal post-rock al post-core; hanno
raggiunto rapidamente una buona fama grazie all’efficacia dei loro
brani, fatti di ritmi incalzanti e crescendo impetuosi. Ricordano nello
stile i Pelican e i Red Sparowes, dei quali sono grandi amici, ma anche
Isis ed Explosions In The Sky (per le parti lente).
Si fanno conoscere con l'ep omonimo Russian Circles del 2004 e poco dopo nello stesso anno, pubblicano per le etichette Flameshovel Records e Sargent House, il loro album d'esordio, Enter. Si tratta di un disco non di idee e novità ma di emozioni, e sebbene le prime non
manchino, difficilmente potrebbero bastare a chi non avvertisse sintonia
con le seconde. Un disco immancabile per gli amanti del post-rock "emotivo", che potrebbe invece lasciare perplessi i patiti di Isis, Pelican e Cult Of Luna
e del tutto indifferenti coloro che non si sentono vicini a questa
estetica e queste sonorità. Insomma, non il classico disco per tutti,
che può donare grandi emozioni ad alcuni come rivelarsi un valido
sonnifero per tutti gli altri. Sotto la la Suicide Squeeze Records pubblicano il singolo Upper Ninety Single (2006). Nell' autunno del 2007 viene annunciata la separazione dal gruppo di Colin DeKuiper, il quale è sostituito da Brian Cook, ex bassista dei Botch e dei These Arms Are Snakes. Nel 2008 entrano in studio di registrazione con il produttore e tecnico del suono Matt Bayles ed esce l'album Station. Perfetto fratello minore del predecessore (che a sua volta era il
fratello minore dei capolavori del genere), miscela a
tavolino un doom-metal epidermico e una svenevole forma di
post-rock tradizionale. Recide con decisione pragmatica sbavature e
lungaggini, ma è un "buona la prima" che s’è dimenticata di svariati
anni di perfezionamenti stilistici. Nel 2009 dopo tre album, finalmente esce Geneva che dimostra come i
Russian Circles abbiano preso una strada propria, punteggiata certo da
affinità con i vari già citati Pelican, Red Sparowes, Isis ed Explosions In The Sky , ma pur sempre una strada
propria. Si tratta di sette tracce tutte strumentali, sette imperiose impalcature di metallo e
cemento armato, che si ergono maestose in territori desolati e brumosi,
si innalzano piano dopo piano, riff dopo riff, verso un celo fosco e
grigio. Prendete la foto di copertina, immaginateci un grattacielo in
costruzione in mezzo a un’ambientazione metropolitana vagamente
minacciosa, e avrete capito a cosa mi riferisco. Splendide le pause melodico/acustiche presenti in ogni brano, suadenti e
leggerissime, nonostante l’impalcatura portante sia, come detto,
pesantissima. E’ come se di colpo in mezzo a questi fumi, a questa
nebbia, riuscissimo a intravedere uno spicchio di cielo, un velo
stellato che dura poco, contornato com’è dalle nubi minacciose. Siamo al cospetto di un lavoro eccezionale, mai
troppo prolisso, mai estenuante o ripetitivo, sempre coinvolgente e
sorprendente nelle sue continue e mutevoli sfaccettature: inutile
specificare i momenti migliori, va ascoltato e assaporato tutto d’un
fiato. Rabbioso e ferale ma anche rassicurante e cullante.
Siamo arrivati al 2011 e per la Sargent House esce Empros che rappresenta una sorta di
rinascita per il metal strumentale, ed è forse il primo lavoro che,
dopo tanti anni di immobilismo e inerzia generale, sia riuscito a strappare
questo sottogenere heavy al risucchio inarrestabile dell’orbita
gravidazionale dei Neurosis e dei Godseed You! Black Emperor. Empros,
al contrario, azzera tutto e riparte dal principio. Abbandona la nozione
ormai stantia che il post-rock strumentale debba per forza esistere
solo come alternativa “silenziosa” al modus operandi neurosisiano, fatto
di saliscendi, pause, rallentamenti, minimalismo, e torrenziale furia
doom e hardcore costruita ormai praticamente in serie da una vastissima e
ormai innoqua sflilza di band che non stanno andando da nessuna parte.
Con Empros i Russian Circles compiono il piccolo miracolo con il più
semplice dei gesti: decidono di suonare rock and roll, e rockeggiare
come Cristo comanda, senza dimenticare le tante lezioni imparate fino ad
oggi, ma anche senza lasciarsi intrappolare dalle stesse nel solito
schema di plagiarismo misto a sottomissione. Empros semplicemente
rockeggia che è una meraviglia, coinvolge che è una bellezza e scorre
via che è un piacere.
(Fonti: lastfm.it, ondarock.it, spaziorock.it, metalitalia.com)
Russian Circles EP (2004)
1. Carpe
2. Death Rides a Horse
3. New Macabre
4. You Already Did
Enter (2006)
1. Carpe
2. Micah
3. Death Rides a Horse
4. Enter
5. You Already Did
6. New Macabre
Upper Ninety Single (2006)
1. Re-Enter
2. Upper Ninety
Station (2008)
1. Campaign
2. Harper Lewis
3. Station
4. Verses
5. Youngblood
6. Xavii
2. Harper Lewis
3. Station
4. Verses
5. Youngblood
6. Xavii
Russian Circles / These Arms Are Snakes Spit (2008)
Side A - Russian Circles
1. Philios
Side B - These Arms Are Snakes
1. Camera Shy
2. Trix
1. Philios
Side B - These Arms Are Snakes
1. Camera Shy
2. Trix
Geneva (2009)
1. Fathom
2. Geneva
3. Melee
4. Hexed All
5. Malko
6. When the Mountain Comes to Muhammad
7. Philos
2. Geneva
3. Melee
4. Hexed All
5. Malko
6. When the Mountain Comes to Muhammad
7. Philos
Empros (2011)
1. 309
2. Mladek
3. Schipol
4. Atackla
5. Batu
6. Praise Be Man
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