"RESIZE RATS" (2008) - Charles Burns

venerdì 24 maggio 2013

Godflesh

Genere: Industrial Metal, Rock/Metal Sperimentale, Post Metal


La parabola artistica di Justin Broadrick e` una delle piu` rocambolesche, geniali e intrepide della storia del rock. La sua sintesi di generi e di tecniche di registrazione ha creato una delle "voci" piu` potenti della musica moderna, capace di incidere sulla psiche con la forza di una catastrofe naturale. Broadrick e` anche uno degli uomini che hanno tentato di costruire un ponte fra gli estremi piu` lontani della musica rock piu` estrema: fra punk-rock e musica industriale. Justin Broadrick, chitarrista nei Napalm Death, formo` gli Head Of David a meta` degli anni '80. Inizialmente, sull'EP Dogbreath (Blast First, 1986), pareva che il gruppo volesse semplicemente incupire ulteriormente il sound dei Black Sabbath, ma l'album LP (Blast, 1986), o CD (Blast, 1986), a seconda del formato, e brani come Joyride Burning X e Snuff Rider MC, hanno progressivamente spostato il baricentro verso una fusione di modi industriali ed heavymetal. Dustbowl (Blast First, 1988) ha messo a punto la formula, mutuando codici linguistici estremamente corrotti da Killing Joke, Sonic Youth e Big Black. Broadrick lascio` il gruppo per dedicarsi ai Fall Of Because, un trio con il chitarrista Paul Neville e il bassista Christian Green (gli altri pubblicheranno un nuovo album nel 1991). Poi, riducendo ulteriormente la velocita` a cui imitava i Black Sabbath, passando alla chitarra e conservando Green al basso, Broadrick diede vita ai Godflesh.
Accordi bassissimi e pesantissimi che rimbombano come cannonate, cadenze meticolosamente funeree, tape loop da fine del mondo fanno del primo Godflesh (Silverfish, 1988), uno dei dischi piu` cupi dai tempi dei primi Swans. Avalanche Master Song e Godhead, pur nella loro scarna essenzialita`, sono un grunge per trivella che fa tremare le pareti, litanie da cimitero che distorsioni e i tape loop contribuiscono a rendere ancor piu` cupe e cadenzate. Anche i brani piu`incalzanti, come Veins e Weak Flesh, si mantengono ben lontani dalla frenesia del grindcore. Ice Nerveshatter e` la Sister Ray del disco, un lungo farnetico a ritmo (relativamente) tribale devastato dai rumori e da un canto che sembra l'urlo di un moribondo. Streetcleaner (Earache, 1989) incorpora sonorita` piu` industriali, ovvero cadenze pesanti e ronzii elettronici. Molto piu` duro e cupo, il sound di ogni brano ha in effetti recuperato la potenza del grindcore, ma in un'altra forma, che discende semmai dai Killing Joke e dai Big Black. Ne scaturiscono danze delle catacombe come Dream Long Dead e Dead Head, agghindate con tutti gli eccessi vocali, chitarristici e percussivi del grindcore e dell'industriale. I climi gotici, in cui si confondono suspence e allucinazioni, culminano in Head Dirt, nella sua nuvola scurissima di distorsioni, squarciata ogni tanto da colpi sordi nel vuoto delle percussioni e del basso.I climi industriali degenerano invece in simulazioni di rumori e metronomie come Pulp. La title-track e Like Rats compongono un affresco opprimente della condizione umana, un poema dell'odio. Mighty Trust Krusher e` emblematica di come queste canzoni (le fitte acutissime delle chitarre, gli eco profondissimi, l'incalzare dei ritmi, le urla ferocissime) potrebbero fungere da colonne sonore per film di fanta-horror. Sulla ristampa del primo album viene anche inserito un inedito, i terrificanti tredici minuti di Wounds, che appartiene a questo stile estremo di danza, una specie di Bolero per robot. Con l'EP Slavestate (Earache, 1991) e il singolo Slateman, la conversione dei Godflesh al ballabile di massa prende consistenza. Il progresso rispetto a Streetcleaner e` apparentemente minuscolo, ma in realta` il ruolo e la struttura del ritmo sono cambiati, da un fatto psicologico sono diventati un fatto corporeo. Pure (Earache, 1992), con Robert Hampson dei Loop alla chitarra, completa la trasformazione. Le sventagliate heavymetal della chitarra, le ritmiche tempestose e le urla da mentecatto non lasciano dubbi su quale sia l'ispirazione di Spite: i Ministry in una giornata particolarmente depressa. Il ronzio distorto, le cascate di feedback e il passo sincopato di I Wasn't Born To Follow discendono dai Killing Joke via Helios Creed. La title-track e` il manifesto estetico del nuovo corso: una distorsione ferocissima della chitarra reiterata in maniera meccanica su una struttura armonica ridotta a due ritmi, uno regolare di beat-box e uno sincopato della batteria; la loro variante del minimalismo.L'uso piu` creativo dei riff di chitarra si ha forse nella marziale Baby Blue Eyes, che esprime lo stesso concetto di "minimalismo" dub-industriale in strutture ritmiche piu` serrate (e` il brano piu` veloce della loro carriera). Se talvolta il metodo si riduce a un blaterare senza forze (nella lunga Monotremata) o a un bagno catartico di puro rumore (nell'altrettanto lunga Love, Hate), qualunque auto-indulgenza viene ridicolizzata da Pure II, un montaggio aurale di feedback, tape loop e armoniche atonali che procede inarrestabile per oltre venti minuti; la loro variante (orrendamente dissonante) della musica "ambientale" di Eno e un'ottima concorrenza per la Metal Machine Music di Lou Reed.Ai monoliti di granito di Streetcleaner di rifa` invece Predominance. Preceduto dall'EP Merciless (Columbia, 1994), raffinato esercizio di decostruzione degli elementi di Pure, in particolare in Flowers, e dall'efferato singolo Crush My Soul del 1995, esce finalmente l'album Selfless (Earache, 1994). Lavoro meno brutale e cinico, piu` umorale e melodrammatico, che recupera il ruolo tradizionale di melodie e riff, si configura come un lungo, monotono stato di abbandono, dallo stanco trascinarsi di Bigot alle cadenze catatoniche di Black Boned Angel, che farebbero la gioia di una Lydia Lunch. Il gruppo finisce pero` per puntare troppo sul riff, come in quello da panzer di Heartless, trascurando tutto il resto. Il disco, che sfoggia persino un Mantra di sette minuti (ipnotico e minimalista, ma non proprio trascendente) e una Go Spread Your Wings di oltre venti (una sceneggiata da grandguignol a cui sarebbe potuto arrivare il Jim Morrison piu` imbottito di eroina), rinuncia a fare musica e lascia che la musica "divenga" da se`, secondo i precetti di certo misticismo orientale.
L'esplosivo power-trio dei Godflesh torna sulle scene con Songs Of Love And Hate (Earache, 1996). L'album e` un coacervo di stereotipi, di segni abusati, di citazioni da se stessi. Se il canto e` sempre meno avvincente, e la batteria picchia in maniera monotona, il basso di Green e` diventato uno strumento duttile e marziale, e la chitarra conserva il suo tono gelidamente abrasivo. La loro specialita` rimane atmosfere malate di estrema tensione, dal grindcore angoscioso di Wake al lungo psicodramma allucinato di Gift From Heaven, I rantoli, i disturbi e i poliritmi lugubremente industriali di Circle Of Shit recitano a memoria la loro carriera, ma non aggiungono nulla che gia` non si sapesse. Broadrick indulge troppo anche nella sua perversione prediletta, campionare e poi riciclare all'infinito riff malvagi. Sterile Prophet sembra costruito sulla ripetizione di un frammento di Black Sabbath, come se fosse un tributo al piu` torvo dark-rock, e lo stordente riff che riecheggia in Hunter sembra marchiato Pearl Jam. Semmai il bailamme quasi psichedelico di Almost Heaven, a chiusura del disco, lascia intravedere qualcosa di nuovo dalla sua nuvola di riverberi, dai suoi cingolii spettrali, dalle sue frequenze galattiche. Us And Them (Earache, 1999) e` il primo album a deludere Broadrick e Green si lasciano affascinare dalla tecnologia fine a se stessa, e soltanto saltuariamente rasentano il piglio brutale dei primi dischi. Si assiste invece a una sfilata di esperimenti sul formato della dance music, ora hip hop (Descent), ora breakbeat (Control Freak), ora drum'n'bass (I Me Mine), ora funk (Defiled). 
E’ del 1994 Messiah, un disco quasi clandestino, reperibile solo attraverso mail order e ordini internet. Quattro schegge, qui affiancate dalle rispettive versioni ambient dub per ribadire dei concetti, per alimentare un senso di nostalgia e di perdita, oltre che di perdizione. Un esempio di come si possa suonare industriali ed essere totalmente devoti alla violenza mentale, al mantra agghiacciante delle elaborazioni stuidate a posteriori e mosse dai brani trasfigurati nell’arte del remix, come quei visi della copertina. Un’occasione, insomma, ripescata da un ingiusto mausoleo, da una fabbrica dismessa, di quelle che ami visitare quando nessuno si accorge della tua presenza, rimirando quel che rimane. Hymns (Music For Nations, 2001), con Ted Parson, il batterista dei Prong, al posto della drum machine, continua il periodo di declino inaugurato dal precedente album, sebbene restituisca ai Godflesh un'attitudine da macchina killer e non vi siano piu` tracce di spazzatura drum'n'bass e hip-hop.
Il disco percorre territori ritmici costantemente rallentati, effusioni sonore sostenute da un cantato urlato che finisce troppo spesso per copiare altri singers fin troppo noti (Cavalera e Bell su tutti) e divagazioni lontanamente stoner, caratterizzate sempre e comunque da una basilare piattezza di immagini, di scorrevolezza, anche nelle estranianti "Antihuman" e "Jesu", che riportano ad alcune delle sperimentazioni sovracitate, ma che conservano ancora una volta eccessiva staticità e carenza creativa. I monotoni vocalizzi sembrano a volte volersi spontaneamente distaccare dal più classico gutturale death, fino a spaziare in ululati declamatori che ricordano nuovamente il frontman dei Fear Factory, con i dovuti paragoni, e i brani scivolano via piatti senza creare particolari sussulti, complice anche la produzione di questo Hymns, quasi sempre troppo poco incisiva, senza mordente, una gabbia che rinchiude le anime della band invece che farle esplodere in un tantra di catastrofica teatralità. I Godflesh non sono mai sembrati cosi` "normali". Il suono non colpisce e non stupisce. Infatti e` del tutto privo di cattiveria. Defeated, Voidhead e Vampires sono piu` vicini al classico suono Godflesh, anche se troppo sfuocati e opachi rispetto al maniacale e preciso assalto portato dai primi lavori.

(Fonti: scaruffi.com, metallus.it, kronic.it )




Godflesh (1988) [EP]


01 - Avalanche Master Song
02 - Veins
03 - Godhead
04 - Spinebender
05 - Weak Flesh
06 - Ice Nerveshatter
07 - Wounds (reissue bonus track only)
08 - Streetcleaner (reissue bonus track only)




Streetcleaner (1990)



01 - Like Rats
02 - Christbait Rising
03 - Pulp
04 - Dream Long Dead
05 - Head Dirt
06 - Devastator
07 - Mighty Trust Krusher
08 - Life Is Easy
09 - Streetcleaner
10 - Locust Furnace
11 - Tiny Tears (Bonus tracks)
12 - Wound (Bonus tracks)
13 - Dead Head (Bonus tracks)
14 - Suction (Bonus tracks)




Loopflesh (1991) [Split EP with Loop]



01 - Like Rats (Godflesh Cover by Loop)
02 - Straight to Your Heart (Loop Cover by Godflesh)





 Slavestate (1991)


01 - Slavestate
02 - Perfect Skin
03 - Someone Somewhere Scorn
04 - Meltdown
05 - Slavestate (Radio Slave)
06 - Slavestate (Total State Mix)
07 - Perfect Skin Dub
08 - Slateman
09 - Wound '91




Slavestate Remixes (1991) [EP]



01 - Slavestate
02 - Perfect Skin
03 - Someone Somewhere Scorned
04 - Meltdown
05 - Slavestate (Radio Slave)(taken from Slavestate Remixes, bonus track on reissue only)
06 - Slavestate Total State Mix (taken from Slavestate Remixes, bonus track on reissue only)
07 - Perfect Skin Dub (taken from Slavestate Remixes, bonus track on reissue only)
08 - Slateman (taken from "Slateman" single, bonus track on reissue only)
09 - Wound '91 (taken from "Slateman" single, bonus track on reissue only)




Cold World (1992)  [EP]



01 - Cold World
02 - Nihil
03 - Nihil (Total Belief Mix)
04 - Nihil (No Belief Mix)




Pure (1992)



01 - Spite
02 - Mothra
03 - I Wasn't Born to Follow
04 - Predominance
05 - Pure
06 - Monotremata
07 - Baby Blue Eyes
08 - Don´t Bring Me Flowers
09 - Love, Hate (Slugbaiting)
10 - Pure II




Merciless (1994) [EP]



01 - Merciless
02 - Blind
03 - Unworthy
04 - Flowers





Crush My Soul (1994) [EP]


01 - Crush My Soul
02 - Crush My Soul (Ultramix)
03 - Xnoybis (Psychofuckdub)




Selfless (1994)



01 - Xnoybis
02 - Bigot
03 - Black Boned Angel
04 - Anything Is Mine
05 - Empyreal
06 - Crush My Soul
07 - Body Dome Light
08 - Toll
09 - Heartless
10 - Mantra
11 - Go Spread Your Wings




The Ten Commandments (1996)



01 - Hunter
02 - Crush My Soul
03 - Flowers
04 - Mothra
05 - Nihil
06 - Wound '91
07 - Slavestate
08 - Like Rats
09 - Avalanche Master Song
10 - Frail




Songs of Love and Hate (1996)



01 - Wake
02 - Sterile Prophet
03 - Circle of Shit
04 - Hunter
05 - Gift from Heaven
06 - Amoral
07 - Angel Domain
08 - Kingdom Come
09 - Time, Death and Wastefulness
10 - Frail
11 - Almost Heaven




Love and Hate in Dub (1997) [EP]



01 - Circle of Shit (To the Point Dub)
02 - Wake (Break Mix)
03 - Almost Heaven (Closer Mix)
04 - Gift from Heaven (Breakbeat)
05 - Frail (Now Broken)
06 - Sterile Prophet (Version)
07 - Almost Heaven (Helldub)
08 - Kingdom Come (Version)
09 - Time, Death and Wastefulness (In Dub)
10 - Sterile Prophet (In Dub)
11 - Domain
12 - Gift from Heaven (Heavenly)




Us and Them (1999)



01 - I, Me, Mine
02 - Us and them
03 - Endgames
04 - Witchhunt
05 - Whose Truth Is Your Truth
06 - Defiled
07 - Bittersweet
08 - Nail
09 - Descent
10 - Control Freak
11 - The Internal
12 - Live to Lose




Messiah (2000)



01 - Messiah
02 - Wilderness of Mirrors
03 - Sungod
04 - Scapegoat
05 - Messiah
06 - Wilderness of Mirrors
07 - Sungod
08 - Scapegoat




In All Languages (2001)



Disc: 1

01 - Avalanche Master Song
02 - Like Rats
03 - Streetcleaner
04 - Slateman
05 - Slavestate
06 - Mothra
07 - Spite
08 - Pure
09 - Xynobis
10 - Crush My Soul
11 - Anything Is Mine
12 - Circle of Shit
13 - Frail
14 - I, Me, Mine
15 - The Internal

Disc: 2

01 - Love Is a Dog from Hell
02 - Crush My Soul (Ultramixedit)
03 - Flowers
04 - Tiny Tears (BBC Session)
05 - Pulp (BBC Session)
06 - Newspite
07 - Empyreal 2
08 - Blind
09 - Slavestate (Radioslave)
10 - Gift from Heaven Breakbeat
11 - Xynobis (Clubdubedit)
12 - Witchhunt (Tyrant Remix)
13 - Us and them (Defensive Remix)




Hymns (2001)



1 - Defeated
2 - Deaf, Dumb, Blind
3 - Paralyzed
4 - Anthem
5 - Voidhead
6 - Tyrant
7 - White Flag
8 - For Life
9 - Animals
10 - Vampires
11 - Antihuman
12 - Regal
13 - Jesu




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