"RESIZE RATS" (2008) - Charles Burns

mercoledì 22 maggio 2013

Cult Of Luna

Genere: Post Metal, Doom Metal









I Cult of Luna nascono nel 2008 a Umeå, Svezia, da Klas Rydberg (vocalist) e Johannes Persson (chitarrista), dopo lo scioglimento della loro precedente band - gli Eclipse. Fin dal principio la band nasce con l’obiettivo di esplorare nuove sonorità partendo da quel background di musica metal e hardcore su cui era stato fondato il precendente progetto e una volta trovata la formazione ideale Persson e Rydberg si allontanano dal mondo dell'hardcore per spostarsi verso suoni oscuri tipicamente doom.
Il loro debut album Cult Of Luna del 2001, episodio lodevole ma nel quale ancora non venivano meno spigolosità ed imperfezioni da livellare, non si può certo ritenere che sia passato inosservato, per lo meno non dal team della Earache, che già da qualche tempo si sta sempre più riaffermando come label di successo ed attenta a scoprire nuove band (tra i nomi più recenti si possono enumerare December, Ephel Duath, Rakoth…). Il secondo album, The Beyond (2003), si presenta come un netto passo in avanti sul piano qualitativo per la band svedese, stilisticamente affine a Neurosis ed ad ultimi Disbelief, arricchiti da una verve originale ed un approccio decisamente personale: si tratta di un lavoro maturo, ricco di spunti interessanti ed in cui i musicisti non ne hanno voluto sapere di risparmiarsi in quanto a tenacia e ricercatezza espressiva. A balzare subito all’orecchio sono le egregie capacità tecnico-esecutive dell’ensamble, ed in secondo luogo le raffinatissime velleità che emergono da composizioni monolitiche, possenti nella durata e nella complessità degli intrecci ma soprattutto curate nei particolari anche meno percettibili. Un lavoro interessante e da tenere assolutamente in considerazione se nella musica la ricerca non è soltanto aggressione sonora, ma anche intelligenza e capacità artistiche fuori dalla norma. L’opera della rottura con il primo periodo arriva con: Salvation (2004), il quale fa assumere degli aspetti differenti al timbro della formazione di Umea, poiché nelle otto tracce che lo compongono si possono trovare soluzioni Post-Metal di ottimo spessore, come l’uso di orchestrazioni di sottofondo, di particolari effetti allucinogeni delle chitarre e di un’atmosfera avvolgente ed offuscata. I temi affrontati dalla band sono sempre di tipo socio-politico, perché se nell’omonimo Cult Of Luna si percepiva un senso di rabbia nei confronti della società contemporanea, in Salvation si continua sulla scia del precedente The Beyond, esprimendo un disgusto anarchico nei confronti dei partiti politici. Ai Cult Of Luna è sempre stato a cuore il tema della propaganda politica e di come i partiti riescano ad esercitare un controllo sulle masse, in una sorta di mondo distopico come quello orwelliano di 1984.  Il finale di Salvation è giocato sempre sull’antitesi ed alternanza tra pezzi soffocanti, privi di spiragli luminosi ed intervalli magici e meditativi, minimalisti ma efficaci. Non si deve inoltre dimenticare che i Cult Of Luna sono sempre stati votati a ricercare una certa spiritualità nelle loro composizioni e Salvation esplora quindi anche i meandri esistenziali umani, oltre a costituire un’opera di stampo prettamente sociale.
La band si è creata un posticino non troppo lontano dai mostri sacri grazie al suo Salvation: con l'uscita di Somewhere Along The Highway (2006) , mostra che il plauso è stato davvero meritato. L'album, più dilatato e psichedelico rispetto al predecessore (e nella scelta stilistica di alcuni brani e nella struttura anche dei più possenti), Somewhere Along The Highway manca forse della portata innovativa o dell'ispirazione/espressività bruciante che necessita un capolavoro. Ciò non toglie che trattasi comunque un gran bel disco, ben suonato e ancor di più formalmente articolato, che recupera in qualità ciò che perde in schiettezza. Un degnissimo punto d'arrivo. Nel 2008 esce Eternal Kingdom. La storia che ha portato alle incisioni di questo disco è semplice ed allo stesso tempo affascinante. Accade che i Cult Of Luna decidono di cominciare a jammare in un luogo dove, un tempo, era stato eretto un ospedale psichiatrico: camminando fra le rovine dell’edificio in disuso, si imbattono in un libricino abbandonato per terra. È il diario di Holger Nilsson, uno dei fu pazienti della struttura, rinchiuso perché sospettato di aver affogato la moglie e di aver poi scaricato la colpa su una figura folcloristica svedese, il demone Näcken. Da qui si sviluppa l’idea del concept album, interamente imperniato sui racconti dell’agenda. Con Eternal Kingdom i Cult Of Luna realizzano finalmente un disco più personale, meno inquadrabile nel vasto calderone del post-core, maggiormente sfaccettato ed aperto a nuove influenze. Inutile sottolineare come ogni lavoro del movimento, per forza di cose, debba essere paragonato alle sue due principali pietre miliari, il plumbeo “A Through Silver In Blood” dei Neurosis (1996) e, ancor di più, il capolavoro degli Isis, “Panopticon” (2004). Eternal Kingdom, con ogni probabilità, non è un lavoro che farà impazzire coloro che già non stravedono per il contesto di nascita. Sicuramente, in ogni caso, merita un ascolto attento, privo di reticenze. Complesso, articolato, musicalmente opulento ma assolutamente non eccessivo, decisamente riuscito. 
A distanza di cinque anni dall’uscita di Eternal Kingdom, (e due dall'ambizioso progetto Eviga Riket del 2010), gli svedesi rilasciano nel 2013 Vertikal, sesto album della loro produzione. Il suono, più o meno impropriamente definito post-metal, riprende le sonorità del metal apocalittico dei Neurosis e l’attitudine strumentale degli Isis. Vertikal è un album che prende ispirazione da “Metropolis”, il film muto girato da Fritz Lang nel 1927, che descrive le vicende di una megalopoli del futuro caratterizzata da una società divisa in classi, in cui i potenti vivono nei piani alti di grandiosi grattacieli mentre i poveri sopravvivono nei sotterranei della medesima città, lavorando come schiavi. Le sonorità rispecchiano l’espressionismo industrial del film, in cui l’alienazione e la disumanità prodotta dalla ripetitività dei cicli di produzione annienta definitivamente l’uomo in una solitudine senza speranza. Il futuro si trasforma in una visione angosciosa in cui l’oppressione verso i deboli viene istituzionalizzata in società illiberali che ricordano le già citate, distopie orwelliane. La poderosa formazione di Umeå, costituita da tre chitarre, due batteristi, un bassista ed un tastierista ci propone un album possente, dalla narrazione densa e stratificata, che prende possesso di tutto il territorio lasciato libero dalla dipartita degli Isis. Una conferma per una delle migliori band di metal strumentale attualmente in circolazione.

(Fonti: metal.it, metalitalia.com, rockline.it, ondarock.it, storiadellamusica.it, distorsioni.net)





Cult of Luna & Switchblade (2000) [Split with Switchblade]


01 - Beyond Fate (Cult of Luna)
02 - Ten Stabs to the Throat (Switchblade)
03 - Execution Appendix (Switchblade)
04 - T-Minus (Switchblade)




Cult of Luna (2001)


01 - The Revelation Embodied
02 - Hollow
03 - Dark Side of the Sun
04 - Sleep
05 - To Be Remenbered
06 - Beyond Fate
07 - 101
08 - The Sacrifice




Cult of Luna (2002) [EP]


01 - Unfold the Inside
02 - The Art of Self Examination




The Beyond (2003)


01 - Inside Fort Meade
02 - Receiver
03 - Genesis
04 - The Watchtower
05 - Circle
06 - Arrival
07 - Leash
08 - Clones
09 - Deliverance
10 - Further




Salvation (2004)


01 - Echoes
02 - Vague Illusions
03 - Leave Me Here
04 - Waiting for You
05 - Adrift
06 - White Cell
07 - Crossing Over
08 - Into the Beyond




Bodies-Recluse (2006) [7'']


01 - Bodies (Smashing Pumpkins Cover)
02 - Recluse (Unbroken Cover)




Somewhere Along the Highway (2006)


01 - Marching to the Heartbeats
02 - Finland
03 - Back to Chapel Town
04 - And with Her Came the Birds
05 - Thirtyfour
06 - Dim
07 - Dark City, Dead Man




Eternal Kingdom (2008)


01 - Owlwood
02 - Eternal Kingdom
03 - Ghost Trail
04 - The Lure (Interlude)
05 - Mire Deep
06 - The Great Migration
07 - Österbotten
08 - Curse
09 - Ugín
10 - Following Betulas




Eviga Riket (2010) [From Audiobook]


01 - Track 01 - Gingin J mmerdalen
02 - Track 02 - Varken Dur Eller Moll
03 - Track 03 - Elisabets Vals Mors Tema
04 - Track 04 - Elddansen Maran
05 - Track 05 - Har lgen Skogen H st
06 - Track 06 - Petterssons Ackord Om Igen
07 - Track 07 - Gitarrarpeggio Ekokammarn
08 - Track 08 - Sunstantiell Nord The Sound Og Ug n


Eviga Riket Illustrations














 
Vertikal (2013)


01 - The One
02 - I: the Weapon
03 - Vicarious Redemption
04 - The Sweep
05 - Synchronicity
06 - Disharmonia
07 - Mute Departure
08 - In Awe of
09 - Passing Through





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