Genere: Alternative Dance, Synth Pop. New Wave, Neopsicadelia, Post Punk, Alternative Rock
I New Order prendono le mosse da un patto tra i quattro componenti dei Joy Division: se uno di loro fosse uscito dal gruppo, i rimanenti tre avrebbero dovuto cambiare nome e genere musicale. Le cose non sono così semplici. Il 18 maggio 1980, alla vigilia della partenza per il primo tour americano, il cantante Ian Curtis si impicca nel bagno di casa. Peter Hook, bassista, Bernard Sumner, chitarrista, e il batterista Steve Morris decidono di combattere lo shock ripartendo quasi da zero, con una manciata di demo incisi poche settimane prima della morte da Curtis. Cercano una nuova voce, ma dopo aver provato tutti e tre decidono di assegnare le parti vocali a Sumner, che però è piuttosto incerto: non ha la presenza di Curtis e ha in più problemi a suonare e cantare contemporaneamente. Inciso il singolo di debutto, "Ceremony", che risente ancora notevolmente del suono dei Joy Division, il gruppo prende una forma definitiva solo dopo vari concerti condotti col nome "New Division" e con l'ingresso della fidanzata di Morris, Gillian Gilbert, che avrà un ruolo decisivo nello spostare l'asse del gruppo verso il synth-pop.
Il primo album dei New Order, Movement, esce nel 1981 con un'accoglienza fredda sia della critica sia del pubblico. I fan dei Joy Division trovano gli approcci con la drum machine di "Truth", "Senses" e "ICB" (quest'ultimo titolo è un acronimo per "Ian Curtis buried", Ian Curtis sepolto) più deboli rispetto al potenziale elettronico che le ultime cose dei Joy Division avevano mostrato (pezzi come "Komakino", "Isolation" o "She's Lost Control"), e biasimano l'evidente tentativo di un Sumner spaesato di imitare il tono di voce profondo e le cadenze drammatiche di Curtis. Il disco, pur essendo fin dal titolo emblematico un'opera di ricostruzione più che un lavoro compiuto, a un ascolto spassionato risulta però già nettamente diverso dai Joy Division, più vicino alle nevrosi dei primi Ultravox, con una maggiore capacità di sintesi, un senso drammatico meno incalzante e assai più riflessivo. Il disco è una sostanziale ricapitolazione del suono dei due album realizzati dai Joy Division, recupera il tono metallico dei riff di "Unknown Pleasures" in "Denial" e "Dreams Never End", e il tono da processione funebre di "Closer" nelle lentissime "Him" e "Doubts Even Here"; ma il riverbero delle voci, il mixaggio volutamente approssimativo, l'utilizzo rovesciato rispetto alla tradizione rock di bassi e chitarre ritmiche, e soprattutto una costruzione molto meno scandita dei brani, meno geometrica e più distesa, sembrano prefigurare una rottura non completamente riuscita con il passato. Quello che può sembrare il disco più vicino ai Joy Division in realtà lo è solo superficialmente: se l'elettronica si farà spazio nei dischi successivi e le idee di Sumner e Hook si chiariranno, in realtà la loro scrittura si alternerà sempre tra brani volutamente registrati alla bell'e meglio in studio e altri dalla struttura calibrata fino all'eccesso. I New Order saranno capaci di alternare atmosfere elettroniche degne di Brian Eno (la mini suite "Elegia" su Low Life) e rock sporchi, brutali, ma anche di scaraventare dalla finestra la pulizia kraftwerkiana, trasformare semplici brani disco in lunghe ondate caotiche (le due versioni del 1983 e del 1987 del singolo "Confusion" sono assai indicative), dialoghi e insulti tra gli stessi membri del gruppo, per approdare infine a un rock-pop abbastanza convenzionale.In generale, i primi lavori del gruppo verranno rinnegati dai quattro negli anni successivi: Bernard Sumner dichiara di non aver mai posseduto una copia di Movement, e i suoi brani non verranno praticamente mai eseguiti dal vivo. E' un disco doloroso la cui difficoltà creativa viene lasciata però presto alle spalle in modo poderoso: il 1982 è l'anno dell'Ep Dreams Are Over, contenente brani come "Temptation", "Confusion", "Cries And Whispers", "Mesh", un passo in avanti clamoroso anche a livello commerciale: i New Order del periodo si aprono al pop, ma a modo loro: contaminando le origini punk con l'atteggiamento marziale dei Kraftwerk, si attirano, come già per i Joy Division, accuse di fascismo; i concerti durano non più di 40 minuti, non ci sono bis né parole tra i musicisti o rivolte al pubblico; il tono è insieme svogliato e rigoroso, come le impenetrabili parti vocali di Sumner. I loro stessi singoli sono ricercatissimi, ma difficili da trovare; la netta preferenza per il nuovo formato esteso, il 12", rispetto al più breve 7" permette di arrivare più facilmente al loro suono distintivo, fatto di una implacabile intercambiabilità tra drum-machine e batteria tradizionale, impasti sonori particolarmente densi e ripetitivi, riff trasferiti di peso dalla chitarra al sequencer. Nello stesso tempo d'altra parte sono proprio i New Order a creare un caposaldo sonoro degli anni 80, "Blue Monday/586" (1983): lungo oltre sette minuti, il brano si basa esclusivamente sui sample della celeberrima drum-machine Oberheim DMX, dalla quale Steve Morris preleva e sovrappone in un crescendo di complessità le più svariate soluzioni ritmiche disponibili. Il contrappunto tra i violenti beat dal tono più plastico e grave e il colpo di frusta dei rullanti, il basso galoppante di Hook e le atmosfere gregoriane del Minimoog creano un tono epico, che il canto glaciale, quasi parlato, di Sumner, invece di distruggere, rende ancora più solenne; Gillian Gilbert interviene nel finale creando lo spettro di una melodia e lasciando che il brano si dissolva nel nulla, prima di riprendere nella sua versione strumentale (il B-side "The Beach", che di fatto rende il brano lungo oltre 15 minuti). Con estrema intelligenza, Sumner scrive un testo riferito alla guerra delle Falkland che riflette perfettamente la sensazione dell'ascoltatore di venire frustato dall'incedere della batteria: "How does it feel/ to treat me like you do/ when you've your hands upon me/ and told me who you are" diventa una delle strofe più celebri del decennio. "Blue Monday" è fino all'avvento del cd il 12" più venduto della storia. Power, Corruption And Lies, uscito a fine '83, è il disco più innovativo del gruppo, già talmente solido nella definizione delle sue mini-suite da potersi permettere anche divagazioni country ("Age Of Consent") e accenni quasi sperimentali, che saranno più evidenti nel successivo Low Life (1985). La maggior parte dei brani gira comunque attorno alle sonorità di "Blue Monday"("586" è di fatto il demo originale del pezzo, "Ultraviolence", "Ecstasy" e "The Village" sono altre lunghe cavalcate ipnotiche, inframmezzate dalle frasi incerte di Sumner), pur senza raggiungerne la pulizia, la perfezione da vero classico. Spiccano soprattutto gli arrangiamenti, capaci di coniugare i caldi battiti "disco" ad atmosfere glaciali e sintetiche nel solco dei Kraftwerk. Ma la vera peculiarità del disco sta nell'alternanza tra composizioni di stampo prettamente chitarristico, scarnificate ed essenziali, e altre di marca elettronica, costruite quasi solo su tastiere e programmazioni.
Tutti i componenti del gruppo fanno un uso abnorme di droghe e la loro creatività ne è influenzata soprattutto nella produzione degli album: Low Life viene registrato nel corso di una sola notte, con effetti penalizzanti sulla produzione e sulle stesse parti vocali di Sumner. Anche questo disco si basa per la maggior parte dei pezzi sulla formula del singolo di successo del periodo, "Subculture", prodotto da Arthur Baker, allora deus ex machina della scena disco newyorkese; meno omogeneo dei due dischi precedenti, naviga a vista tra una formula ormai solida (il paranoico singolo "Perfect Kiss" e la almondiana "Sooner Than You Think), un po' più di chitarra (la bellissima "Sunrise", assai vicina ai Cure furibondi di "Pornography"), e alterazioni chimiche assortite (la conclusiva, delirante "Face Up", che è allo stesso tempo un saggio di come far convivere nello stesso ristretto spazio un techno-pop quasi da cartone animato e una chitarra abrasiva alla Faust). Low Life prepara la strada soprattutto per i discepoli Primal Scream, nei suoi salti d'umore e nella capacità di nascondere dietro l'apparente catatonia e irrilevanza dei testi, un ghigno satanico degno di Jack Nicholson, una gioia paranoica che conduce alla perfezione le convulsioni fisiche e musicali di Ian Curtis dentro il clima di rinnovamento musicale spasmodico dei primi anni 90; se i Pet Shop Boys sono portatori di un'ironia caustica, ma nascosta dietro strutture pop irreprensibili, i New Order, in apparenza più ermetici, sono in realtà assai più concreti e sanguigni, architetti che procedono senza un piano di base e inclini a distruggere sistematicamente tutto quello che hanno (già) fatto: il celeberrimo singolo del 1987 "True Faith/1963", contenuto nell'antologia Substance di quell'anno, ne è un esempio evidente. Prodotto da Stephen Hague, che aveva lanciato il duo di "West End Girls", e accompagnato da un video altrettanto celebre (i pupazzi di gomma che si schiaffeggiano), "True Faith" è un techno-pop impressionista, dalla sincerità raggelante e dalla melodia trascinante, le cui tastiere si spingono continuamente verso l'alto seguendo i tentativi di Sumner di "cercare il giorno" e la luce, che però si rivela essere la luce del mattino, quella più fredda. C'è dentro tutto il Curtis della vecchia "Decades", e la brillantezza delle tastiere della Gilbert e di Morris è completamente priva di ogni ironia. Altrettanto sorprendente è il retro "1963", un'altra melodia fatata e trascinante, avvolta in sinuosi tappeti di tastiere. Substance è un grande successo che compensa il flop del nuovo album uscito nello stesso anno, il mediocre Brotherhood: presentato come un tentativo di ritorno alle origini, è senza dubbio il disco peggiore del gruppo. Distinto in due parti nette, una di jam-session marcatamente rockeggianti e una di brani più elettronici ("Bizzarre Love Triangle" diventa un altro classico del decennio e raggiunge un notevole successo in Italia), ancora una volta prodotti in modo piuttosto sciatto. Brani come "Weirdo" e "Way Of Life" sono quasi indistinguibili gli uni dagli altri; aprono però la strada ai nuovi New Order, meno sperimentali e portati a una divisione più netta tra le due anime del loro suono. Technique, registrato nel 1989 tra Ibiza e Manchester in mezzo a litigi ed eccessi crescenti, è una risposta al predecessore in chiave acid-house e techno, con una qualità di scrittura assai superiore e una produzione più rifinita. "Fine Time" è un brano esemplare della stagione techno-pop che va a chiudersi, dove per la prima volta i New Order si lasciano andare a qualche scherzo, campionando un gruppo di pecore e prendendosi gioco di Barry White ("you know/ I had a lot of cool chicks/ but I never had a girl/ with all of her teeth") "Mr.Disco" è un capolavoro di elettronica applicata al funk, "Vanishing Point" riprende "True Faith" raddoppiandone la velocità; si respira un clima di allegria forzata, di sbornia che sta per finire male. I New Order, quasi controvoglia, sono tra i portabandiera della "summer of love" e dell'esplosione del consumo di ecstasy. In Technique, alcuni riempitivi acustici un po' noiosi, come "Run", sono però indicativi di una semplificazione del suono che rispecchia le crescenti tensioni interne al gruppo. Sumner forma con Johnny Marr degli Smiths, l'ex Kraftwerk Karl Bartos e con gli stessi Pet Shop Boys un supergruppo, gli Electronic, attivo sporadicamente tra il 1989 e il 1998 e fautore di un pop-rock non molto innovativo, nonostante i grandi nomi.Hook se ne distacca maggiormente formando i Revenge, dal suono più rock, e poi i Monaco, ibrido non molto interessante, ma che vende di più rispetto agli stessi Electronic. "What Do You Want From Me" e "Sweet Lips" sono buoni successi, anche se il cantante David Potts è un clone di Sumner. La Gilbert e Morris formano i The Other Two, lavorando su varie colonne sonore. Il poco convinto Republic (1993) viene realizzato dai New Order di fronte al tracollo finanziario del loro club di Manchester, l'Hacienda, che negli anni Ottanta era stato a lungo il locale di riferimento per tutta la scena musicale inglese, non solo quella mancuniana. Nonostante il chiaro riferimento ai New Order da parte di gruppi alla moda come Stone Roses o Primal Scream, i nostri sembrano ormai finiti di fronte allo scontro di personalità dei due leader. "Regret", con un video girato a Roma, è il singolo estratto dall'album, che scorre però via abbastanza anonimo attraverso le sciatte "World", "Ruined In A Day", "Young Offender", l'orchestrale "Avalanche". E' il momento più basso per il quartetto, i cui membri riprendono presto le attività da solisti e sembrano sul punto di avviare lotte in tribunale in stile ultimi Pink Floyd.
La morte del manager Robert Gretton è il primo passo, nel 1998, verso il riavvicinamento dei due leader. Alcune performance trionfali a Reading e Glastonbury spingono i New Order verso un nuovo lavoro in studio, pubblicato nel 2001: Get Ready riesce là dove aveva fallito Brotherhood, nel tentativo di riallacciarsi al suono dei Joy Division. Il singolo "Crystal", che ricorda un po' "A Forest" dei Cure, ottiene un buon successo, ma non è l'episodio migliore del disco. Bobby Gillespie e Billy Corgan prendono senza molto mordente il posto della Gilbert, uscita dal gruppo per gravi problemi di salute della figlia avuta con Morris. Pochissime tastiere, quindi, nel disco, i bassi hookiani suonati su tonalità altissime e le chitarre abrasive di Sumner come non si sentivano dal 1981; il lavoro, nell'insieme, è però piuttosto prolisso e risente della mancanza delle capacità melodiche della Gilbert. L'unico brano vicino al synth-pop anni Ottanta, "Vicious Streak", vale però da solo l'acquisto del disco. A Get Ready è seguita una collaborazione con i Chemical Brothers, per il singolo "Here To Stay". Nel complesso, i New Order sono una sintesi delle sonorità, solo apparentemente conciliabili nel calderone synth-pop, di Depeche Mode e Pet Shop Boys, con una crescente vicinanza a questi ultimi. La loro importanza sta soprattutto nei primi due album, che hanno anticipato il concetto di "techno-rock" senza perdere la capacità melodica propria di Ian Curtis. Quest'ultimo è un fantasma che per anni i membri del gruppo hanno cercato di allontanare dalla propria musica, ma col quale alla fine sembrano scesi a patti, dopo essersi rifiutati per anni di eseguire dal vivo i brani dei Joy Division.Se la qualità dei pezzi è talvolta diseguale, il suono dei New Order è comunque imprescindibile: l'abilità tecnica di Morris e il suono unico del basso di Hook, la vera mente musicale del gruppo, hanno dato una spinta decisiva alla sopravvivenza della new wave fino all'era dei Prodigy e di Trent Reznor. Il pop industriale dei New Order, partito non solo dai Joy Division, ma anche dalle pagine più accessibili di gruppi come Throbbing Gristle e Coil, ha messo in discussione le logiche discografiche e produttive che nello stesso tempo contribuiva a creare (la loro Factory è stata una delle più importanti etichette degli anni Ottanta e ha imposto, ad esempio, la strategia di album praticamente privi di indicazioni, come la celebre copertina di "Blue Monday" ricavata da uno dei primi floppy disk - il design dei loro dischi è curato dal celebre grafico Peter Saville). L'immagine misteriosa e sfrontata che filtrava dai testi di Sumner negli anni Ottanta si è fatta col tempo più accessibile al pubblico e il suono si è sostanzialmente diluito in un pop-rock non troppo eclettico, meno aspro e originale, ma con un'importanza storica crescente, che si è autocelebrato con il box-set Retro del 2001. Waiting For The Sirens' Call (2005), realizzato con il contributo di produttori diversi e prestigiosi, dallo storico John Leckie a "mr Madonna" Stuart Price, è il primo vero album dei New Order dal 1989, in cui finalmente il gruppo invece di scindere nettamente pezzi rock e pezzi dance riesce a recuperare la formula crossover che lo ha fatto brillare negli anni '80 e ad aggiornarla per una fase storica in cui simili sperimentazioni sembrano poter di nuovo funzionare (basta pensare agli ultimi arrivati Infadels e ai loro richiami espliciti al gruppo di Manchester). C'è una scorrevolezza che mancava al ripetitivo Get Ready, e quel gap compositivo-melodico che sembra essere sempre mancato rispetto ai cugini Pet Shop Boys appare paradossalmente colmato in ottimi episodi come "Dracula's castle", "Turn" e la title track. Ci si permette anche qualche concessione rispetto all'abituale "austerità", come le aperture pop-reggae di "I Told You So" (non a caso il 2005 ha visto anche una collaborazione, peraltro pare finita male, con la sensazione pop Gwen Stefani) e l'insolito kitsch del singolo "Jetstream" (in cui appare non a caso Ana Matronic, vocalist dei vistosi Scissor Sisters). Il disco si chiude con una sorpresa, la stoogesiana "Working Overtime" che suggella una ritrovata libertà, uno stato di grazia inaspettato.
Nel 2013 esce Lost Sirens. La pubblicazione di questo mini-album è stata più volte bloccata e rinviata negli ultimi due anni a causa dell'acrimonia tra Peter Hook - che lascerà per sempre il segno nel sound "classico" del gruppo, grazie al suo basso inconfondibile - e il cantante e chitarrista Bernard Sumner: si tratta di otto outtakes, tenute per sette anni in freezer ma provenienti dalle stesse sessioni dell'ultimo disco. Le melodie il più delle volte funzionano, e il sound è quello di una band che sente di non aver nulla da dimostrare e che, pur impostando a volte il pilota automatico, non sembra aver perso lo smalto. E pazienza se il testo di I'll Stay With You indugia troppo in rime facili facili, e se la danzereccia Sugarcane sa di già sentito (e fa tesoro delle esperienze collaterali degli ex-amici Bernard e Peter, con gli Electronic di Getting Away With It e i Monaco di Sweet Lips), quando I've Got A Feeling e Californian Grass sono due effettivi episodi da antologia. Hellbent è un pezzo già noto - contenuto in una controversa raccolta dei Joy Division e dei New Order (Total) - che tradisce diligenti ascolti di Screamadelica dei Primal Scream, mentre la versione alternativa di I Told You So si spoglia del goffo reggae elettronico alla Ace Of Base (o, a scelta, degli UB40 di Promises And Lies) della veste originale e si trasforma in un affettuoso omaggio ai Velvet Underground di Venus in Furs e (soprattutto) All Tomorrow's Parties. Fanno centro anche Recoil, che si bagna appena appena un dito nelle águas de março mentre scorre tranquilla su una zattera di ariosi arpeggi pianistici e accordi di chitarra acustica, e la più acida e muscolare Shake It Up. La storia del gruppo proseguirà anche senza Peter Hook, col ritorno in pianta stabile di Gillian Gilbert alle tastiere e i prossimi eventi live (li vedremo anche al Coachella...) all'insegna delle hit del passato. Il rischio che le future prove abbiano più in comune con l'esperienza Bad Lieutenant ci attende dietro l'angolo, ma è presto per deciderlo; intanto, Lost Sirens rappresenta un più che dignitoso canto del cigno dei New Order come li abbiamo sempre conosciuti e amati. Non chiamateli "scarti".
Il primo album dei New Order, Movement, esce nel 1981 con un'accoglienza fredda sia della critica sia del pubblico. I fan dei Joy Division trovano gli approcci con la drum machine di "Truth", "Senses" e "ICB" (quest'ultimo titolo è un acronimo per "Ian Curtis buried", Ian Curtis sepolto) più deboli rispetto al potenziale elettronico che le ultime cose dei Joy Division avevano mostrato (pezzi come "Komakino", "Isolation" o "She's Lost Control"), e biasimano l'evidente tentativo di un Sumner spaesato di imitare il tono di voce profondo e le cadenze drammatiche di Curtis. Il disco, pur essendo fin dal titolo emblematico un'opera di ricostruzione più che un lavoro compiuto, a un ascolto spassionato risulta però già nettamente diverso dai Joy Division, più vicino alle nevrosi dei primi Ultravox, con una maggiore capacità di sintesi, un senso drammatico meno incalzante e assai più riflessivo. Il disco è una sostanziale ricapitolazione del suono dei due album realizzati dai Joy Division, recupera il tono metallico dei riff di "Unknown Pleasures" in "Denial" e "Dreams Never End", e il tono da processione funebre di "Closer" nelle lentissime "Him" e "Doubts Even Here"; ma il riverbero delle voci, il mixaggio volutamente approssimativo, l'utilizzo rovesciato rispetto alla tradizione rock di bassi e chitarre ritmiche, e soprattutto una costruzione molto meno scandita dei brani, meno geometrica e più distesa, sembrano prefigurare una rottura non completamente riuscita con il passato. Quello che può sembrare il disco più vicino ai Joy Division in realtà lo è solo superficialmente: se l'elettronica si farà spazio nei dischi successivi e le idee di Sumner e Hook si chiariranno, in realtà la loro scrittura si alternerà sempre tra brani volutamente registrati alla bell'e meglio in studio e altri dalla struttura calibrata fino all'eccesso. I New Order saranno capaci di alternare atmosfere elettroniche degne di Brian Eno (la mini suite "Elegia" su Low Life) e rock sporchi, brutali, ma anche di scaraventare dalla finestra la pulizia kraftwerkiana, trasformare semplici brani disco in lunghe ondate caotiche (le due versioni del 1983 e del 1987 del singolo "Confusion" sono assai indicative), dialoghi e insulti tra gli stessi membri del gruppo, per approdare infine a un rock-pop abbastanza convenzionale.In generale, i primi lavori del gruppo verranno rinnegati dai quattro negli anni successivi: Bernard Sumner dichiara di non aver mai posseduto una copia di Movement, e i suoi brani non verranno praticamente mai eseguiti dal vivo. E' un disco doloroso la cui difficoltà creativa viene lasciata però presto alle spalle in modo poderoso: il 1982 è l'anno dell'Ep Dreams Are Over, contenente brani come "Temptation", "Confusion", "Cries And Whispers", "Mesh", un passo in avanti clamoroso anche a livello commerciale: i New Order del periodo si aprono al pop, ma a modo loro: contaminando le origini punk con l'atteggiamento marziale dei Kraftwerk, si attirano, come già per i Joy Division, accuse di fascismo; i concerti durano non più di 40 minuti, non ci sono bis né parole tra i musicisti o rivolte al pubblico; il tono è insieme svogliato e rigoroso, come le impenetrabili parti vocali di Sumner. I loro stessi singoli sono ricercatissimi, ma difficili da trovare; la netta preferenza per il nuovo formato esteso, il 12", rispetto al più breve 7" permette di arrivare più facilmente al loro suono distintivo, fatto di una implacabile intercambiabilità tra drum-machine e batteria tradizionale, impasti sonori particolarmente densi e ripetitivi, riff trasferiti di peso dalla chitarra al sequencer. Nello stesso tempo d'altra parte sono proprio i New Order a creare un caposaldo sonoro degli anni 80, "Blue Monday/586" (1983): lungo oltre sette minuti, il brano si basa esclusivamente sui sample della celeberrima drum-machine Oberheim DMX, dalla quale Steve Morris preleva e sovrappone in un crescendo di complessità le più svariate soluzioni ritmiche disponibili. Il contrappunto tra i violenti beat dal tono più plastico e grave e il colpo di frusta dei rullanti, il basso galoppante di Hook e le atmosfere gregoriane del Minimoog creano un tono epico, che il canto glaciale, quasi parlato, di Sumner, invece di distruggere, rende ancora più solenne; Gillian Gilbert interviene nel finale creando lo spettro di una melodia e lasciando che il brano si dissolva nel nulla, prima di riprendere nella sua versione strumentale (il B-side "The Beach", che di fatto rende il brano lungo oltre 15 minuti). Con estrema intelligenza, Sumner scrive un testo riferito alla guerra delle Falkland che riflette perfettamente la sensazione dell'ascoltatore di venire frustato dall'incedere della batteria: "How does it feel/ to treat me like you do/ when you've your hands upon me/ and told me who you are" diventa una delle strofe più celebri del decennio. "Blue Monday" è fino all'avvento del cd il 12" più venduto della storia. Power, Corruption And Lies, uscito a fine '83, è il disco più innovativo del gruppo, già talmente solido nella definizione delle sue mini-suite da potersi permettere anche divagazioni country ("Age Of Consent") e accenni quasi sperimentali, che saranno più evidenti nel successivo Low Life (1985). La maggior parte dei brani gira comunque attorno alle sonorità di "Blue Monday"("586" è di fatto il demo originale del pezzo, "Ultraviolence", "Ecstasy" e "The Village" sono altre lunghe cavalcate ipnotiche, inframmezzate dalle frasi incerte di Sumner), pur senza raggiungerne la pulizia, la perfezione da vero classico. Spiccano soprattutto gli arrangiamenti, capaci di coniugare i caldi battiti "disco" ad atmosfere glaciali e sintetiche nel solco dei Kraftwerk. Ma la vera peculiarità del disco sta nell'alternanza tra composizioni di stampo prettamente chitarristico, scarnificate ed essenziali, e altre di marca elettronica, costruite quasi solo su tastiere e programmazioni.
Tutti i componenti del gruppo fanno un uso abnorme di droghe e la loro creatività ne è influenzata soprattutto nella produzione degli album: Low Life viene registrato nel corso di una sola notte, con effetti penalizzanti sulla produzione e sulle stesse parti vocali di Sumner. Anche questo disco si basa per la maggior parte dei pezzi sulla formula del singolo di successo del periodo, "Subculture", prodotto da Arthur Baker, allora deus ex machina della scena disco newyorkese; meno omogeneo dei due dischi precedenti, naviga a vista tra una formula ormai solida (il paranoico singolo "Perfect Kiss" e la almondiana "Sooner Than You Think), un po' più di chitarra (la bellissima "Sunrise", assai vicina ai Cure furibondi di "Pornography"), e alterazioni chimiche assortite (la conclusiva, delirante "Face Up", che è allo stesso tempo un saggio di come far convivere nello stesso ristretto spazio un techno-pop quasi da cartone animato e una chitarra abrasiva alla Faust). Low Life prepara la strada soprattutto per i discepoli Primal Scream, nei suoi salti d'umore e nella capacità di nascondere dietro l'apparente catatonia e irrilevanza dei testi, un ghigno satanico degno di Jack Nicholson, una gioia paranoica che conduce alla perfezione le convulsioni fisiche e musicali di Ian Curtis dentro il clima di rinnovamento musicale spasmodico dei primi anni 90; se i Pet Shop Boys sono portatori di un'ironia caustica, ma nascosta dietro strutture pop irreprensibili, i New Order, in apparenza più ermetici, sono in realtà assai più concreti e sanguigni, architetti che procedono senza un piano di base e inclini a distruggere sistematicamente tutto quello che hanno (già) fatto: il celeberrimo singolo del 1987 "True Faith/1963", contenuto nell'antologia Substance di quell'anno, ne è un esempio evidente. Prodotto da Stephen Hague, che aveva lanciato il duo di "West End Girls", e accompagnato da un video altrettanto celebre (i pupazzi di gomma che si schiaffeggiano), "True Faith" è un techno-pop impressionista, dalla sincerità raggelante e dalla melodia trascinante, le cui tastiere si spingono continuamente verso l'alto seguendo i tentativi di Sumner di "cercare il giorno" e la luce, che però si rivela essere la luce del mattino, quella più fredda. C'è dentro tutto il Curtis della vecchia "Decades", e la brillantezza delle tastiere della Gilbert e di Morris è completamente priva di ogni ironia. Altrettanto sorprendente è il retro "1963", un'altra melodia fatata e trascinante, avvolta in sinuosi tappeti di tastiere. Substance è un grande successo che compensa il flop del nuovo album uscito nello stesso anno, il mediocre Brotherhood: presentato come un tentativo di ritorno alle origini, è senza dubbio il disco peggiore del gruppo. Distinto in due parti nette, una di jam-session marcatamente rockeggianti e una di brani più elettronici ("Bizzarre Love Triangle" diventa un altro classico del decennio e raggiunge un notevole successo in Italia), ancora una volta prodotti in modo piuttosto sciatto. Brani come "Weirdo" e "Way Of Life" sono quasi indistinguibili gli uni dagli altri; aprono però la strada ai nuovi New Order, meno sperimentali e portati a una divisione più netta tra le due anime del loro suono. Technique, registrato nel 1989 tra Ibiza e Manchester in mezzo a litigi ed eccessi crescenti, è una risposta al predecessore in chiave acid-house e techno, con una qualità di scrittura assai superiore e una produzione più rifinita. "Fine Time" è un brano esemplare della stagione techno-pop che va a chiudersi, dove per la prima volta i New Order si lasciano andare a qualche scherzo, campionando un gruppo di pecore e prendendosi gioco di Barry White ("you know/ I had a lot of cool chicks/ but I never had a girl/ with all of her teeth") "Mr.Disco" è un capolavoro di elettronica applicata al funk, "Vanishing Point" riprende "True Faith" raddoppiandone la velocità; si respira un clima di allegria forzata, di sbornia che sta per finire male. I New Order, quasi controvoglia, sono tra i portabandiera della "summer of love" e dell'esplosione del consumo di ecstasy. In Technique, alcuni riempitivi acustici un po' noiosi, come "Run", sono però indicativi di una semplificazione del suono che rispecchia le crescenti tensioni interne al gruppo. Sumner forma con Johnny Marr degli Smiths, l'ex Kraftwerk Karl Bartos e con gli stessi Pet Shop Boys un supergruppo, gli Electronic, attivo sporadicamente tra il 1989 e il 1998 e fautore di un pop-rock non molto innovativo, nonostante i grandi nomi.Hook se ne distacca maggiormente formando i Revenge, dal suono più rock, e poi i Monaco, ibrido non molto interessante, ma che vende di più rispetto agli stessi Electronic. "What Do You Want From Me" e "Sweet Lips" sono buoni successi, anche se il cantante David Potts è un clone di Sumner. La Gilbert e Morris formano i The Other Two, lavorando su varie colonne sonore. Il poco convinto Republic (1993) viene realizzato dai New Order di fronte al tracollo finanziario del loro club di Manchester, l'Hacienda, che negli anni Ottanta era stato a lungo il locale di riferimento per tutta la scena musicale inglese, non solo quella mancuniana. Nonostante il chiaro riferimento ai New Order da parte di gruppi alla moda come Stone Roses o Primal Scream, i nostri sembrano ormai finiti di fronte allo scontro di personalità dei due leader. "Regret", con un video girato a Roma, è il singolo estratto dall'album, che scorre però via abbastanza anonimo attraverso le sciatte "World", "Ruined In A Day", "Young Offender", l'orchestrale "Avalanche". E' il momento più basso per il quartetto, i cui membri riprendono presto le attività da solisti e sembrano sul punto di avviare lotte in tribunale in stile ultimi Pink Floyd.
La morte del manager Robert Gretton è il primo passo, nel 1998, verso il riavvicinamento dei due leader. Alcune performance trionfali a Reading e Glastonbury spingono i New Order verso un nuovo lavoro in studio, pubblicato nel 2001: Get Ready riesce là dove aveva fallito Brotherhood, nel tentativo di riallacciarsi al suono dei Joy Division. Il singolo "Crystal", che ricorda un po' "A Forest" dei Cure, ottiene un buon successo, ma non è l'episodio migliore del disco. Bobby Gillespie e Billy Corgan prendono senza molto mordente il posto della Gilbert, uscita dal gruppo per gravi problemi di salute della figlia avuta con Morris. Pochissime tastiere, quindi, nel disco, i bassi hookiani suonati su tonalità altissime e le chitarre abrasive di Sumner come non si sentivano dal 1981; il lavoro, nell'insieme, è però piuttosto prolisso e risente della mancanza delle capacità melodiche della Gilbert. L'unico brano vicino al synth-pop anni Ottanta, "Vicious Streak", vale però da solo l'acquisto del disco. A Get Ready è seguita una collaborazione con i Chemical Brothers, per il singolo "Here To Stay". Nel complesso, i New Order sono una sintesi delle sonorità, solo apparentemente conciliabili nel calderone synth-pop, di Depeche Mode e Pet Shop Boys, con una crescente vicinanza a questi ultimi. La loro importanza sta soprattutto nei primi due album, che hanno anticipato il concetto di "techno-rock" senza perdere la capacità melodica propria di Ian Curtis. Quest'ultimo è un fantasma che per anni i membri del gruppo hanno cercato di allontanare dalla propria musica, ma col quale alla fine sembrano scesi a patti, dopo essersi rifiutati per anni di eseguire dal vivo i brani dei Joy Division.Se la qualità dei pezzi è talvolta diseguale, il suono dei New Order è comunque imprescindibile: l'abilità tecnica di Morris e il suono unico del basso di Hook, la vera mente musicale del gruppo, hanno dato una spinta decisiva alla sopravvivenza della new wave fino all'era dei Prodigy e di Trent Reznor. Il pop industriale dei New Order, partito non solo dai Joy Division, ma anche dalle pagine più accessibili di gruppi come Throbbing Gristle e Coil, ha messo in discussione le logiche discografiche e produttive che nello stesso tempo contribuiva a creare (la loro Factory è stata una delle più importanti etichette degli anni Ottanta e ha imposto, ad esempio, la strategia di album praticamente privi di indicazioni, come la celebre copertina di "Blue Monday" ricavata da uno dei primi floppy disk - il design dei loro dischi è curato dal celebre grafico Peter Saville). L'immagine misteriosa e sfrontata che filtrava dai testi di Sumner negli anni Ottanta si è fatta col tempo più accessibile al pubblico e il suono si è sostanzialmente diluito in un pop-rock non troppo eclettico, meno aspro e originale, ma con un'importanza storica crescente, che si è autocelebrato con il box-set Retro del 2001. Waiting For The Sirens' Call (2005), realizzato con il contributo di produttori diversi e prestigiosi, dallo storico John Leckie a "mr Madonna" Stuart Price, è il primo vero album dei New Order dal 1989, in cui finalmente il gruppo invece di scindere nettamente pezzi rock e pezzi dance riesce a recuperare la formula crossover che lo ha fatto brillare negli anni '80 e ad aggiornarla per una fase storica in cui simili sperimentazioni sembrano poter di nuovo funzionare (basta pensare agli ultimi arrivati Infadels e ai loro richiami espliciti al gruppo di Manchester). C'è una scorrevolezza che mancava al ripetitivo Get Ready, e quel gap compositivo-melodico che sembra essere sempre mancato rispetto ai cugini Pet Shop Boys appare paradossalmente colmato in ottimi episodi come "Dracula's castle", "Turn" e la title track. Ci si permette anche qualche concessione rispetto all'abituale "austerità", come le aperture pop-reggae di "I Told You So" (non a caso il 2005 ha visto anche una collaborazione, peraltro pare finita male, con la sensazione pop Gwen Stefani) e l'insolito kitsch del singolo "Jetstream" (in cui appare non a caso Ana Matronic, vocalist dei vistosi Scissor Sisters). Il disco si chiude con una sorpresa, la stoogesiana "Working Overtime" che suggella una ritrovata libertà, uno stato di grazia inaspettato.
Nel 2013 esce Lost Sirens. La pubblicazione di questo mini-album è stata più volte bloccata e rinviata negli ultimi due anni a causa dell'acrimonia tra Peter Hook - che lascerà per sempre il segno nel sound "classico" del gruppo, grazie al suo basso inconfondibile - e il cantante e chitarrista Bernard Sumner: si tratta di otto outtakes, tenute per sette anni in freezer ma provenienti dalle stesse sessioni dell'ultimo disco. Le melodie il più delle volte funzionano, e il sound è quello di una band che sente di non aver nulla da dimostrare e che, pur impostando a volte il pilota automatico, non sembra aver perso lo smalto. E pazienza se il testo di I'll Stay With You indugia troppo in rime facili facili, e se la danzereccia Sugarcane sa di già sentito (e fa tesoro delle esperienze collaterali degli ex-amici Bernard e Peter, con gli Electronic di Getting Away With It e i Monaco di Sweet Lips), quando I've Got A Feeling e Californian Grass sono due effettivi episodi da antologia. Hellbent è un pezzo già noto - contenuto in una controversa raccolta dei Joy Division e dei New Order (Total) - che tradisce diligenti ascolti di Screamadelica dei Primal Scream, mentre la versione alternativa di I Told You So si spoglia del goffo reggae elettronico alla Ace Of Base (o, a scelta, degli UB40 di Promises And Lies) della veste originale e si trasforma in un affettuoso omaggio ai Velvet Underground di Venus in Furs e (soprattutto) All Tomorrow's Parties. Fanno centro anche Recoil, che si bagna appena appena un dito nelle águas de março mentre scorre tranquilla su una zattera di ariosi arpeggi pianistici e accordi di chitarra acustica, e la più acida e muscolare Shake It Up. La storia del gruppo proseguirà anche senza Peter Hook, col ritorno in pianta stabile di Gillian Gilbert alle tastiere e i prossimi eventi live (li vedremo anche al Coachella...) all'insegna delle hit del passato. Il rischio che le future prove abbiano più in comune con l'esperienza Bad Lieutenant ci attende dietro l'angolo, ma è presto per deciderlo; intanto, Lost Sirens rappresenta un più che dignitoso canto del cigno dei New Order come li abbiamo sempre conosciuti e amati. Non chiamateli "scarti".
(Fonti: ondarock.it, sentireascoltare.com)
Movement (1981)
01 - Dreams Never End
02 - Truth
03 - Senses
04 - Chosen Time
05 - ICB
06 - The Him
07 - Doubts Even Here
08 - Denial
Power, Corruption, And Lies (1983)
01 - Age Of Consent
02 - We All Stand
03 - The Village
04 - 586
05 - Your Silent Face
06 - Ultraviolence
07 - Ecstasy
08 - Leave Me Alone
09 - the beach
Low-Life (1985)
01 - Love Vigilantes
02 - The Perfect Kiss
03 - This Time Of Night
04 - Sunrise
05 - Elegia
06 - Sooner Than You Think
07 - Sub-Culture
08 - Face Up
Brotherhood (1986)
01 - Paradise
02 - Weirdo
03 - As It Is When It Was
04 - Broken Promise
05 - Way Of Life
06 - Bizarre Love Triangle
07 - All Day Long
08 - Angel Dust
09 - Every Little Counts
Substance (1987)
Disc 1:
01 - Ceremony (Joy Division)
02 - Everything's Gone Green
03 - Temptation
04 - Blue Monday
05 - Confusion (New Order, Arthur Baker)
06 - Thieves Like Us (New Order, Arthur Baker)
07 - The Perfect Kiss
08 - Sub-culture
09 - Shellshock (New Order, John Robie)
10 - State of the Nation
11 - Bizarre Love Triangle
12 - True Faith
Disc 2:
01 - In a Lonely Place (Joy Division)
02 - Procession
03 - Cries and Whispers
04 - Hurt
05 - The Beach
06 - Confusion (Instrumental) (New Order, Arthur Baker)
07 - Lonesome Tonight
08 - Murder
09 - Thieves Like Us (Instrumental) (New Order, Arthur Baker)
10 - The Kiss of Death
11 - Shame of the Nation (New Order, John Robie)
12 - 1963
Technique (1989)
01 - Fine Time
02 - All the Way
03 - Love Less
04 - Round & Round
05 - Guilty Partner
06 - Run (New Order, John Denver)
07 - Mr. Disco
08 - Vanishing Point
09 - Dream Attack
Republic (1993)
01 - Regret
02 - World
03 - Ruined in a Day
04 - Spooky
05 - Everyone Everywhere
06 - Young Offender
07 - Liar
08 - Chemical
09 - Times Change
10 - Special
11 - Avalanche
The Best Of (1994)
01 - Let's Go (Nothing For Me)
02 - Dreams Never End
03 - True Faith 94
04 - Run
05 - Round & Round 94
06 - Touched By The Hand Of God
07 - Blue Monday 88
08 - World In Motion
09 - Confusion
10 - Bizarre Love Triangle
11 - Elegia
12 - Leave Me Alone
13 - Everything's Gone Green
14 - Temptation
15 - Perfect Kiss
16 - Subculture
The Rest Of New Order Remixes (1995)
01 - World (Perfecto Mix) (New Order, Stephen Hague)
02 - Blue Monday (Hardfloor Mix)
03 - True Faith (Shep Pettibone Remix) (New Order, Stephen Hague)
04 - Confusion (Pump Panel Reconstruction Mix) (New Order, Arthur Baker)
05 - Touched by the Hand of God (Biff & Memphis Remix)
06 - Bizarre Love Triangle (Armand van Helden Mix)
07 - Ruined in a Day (K-Klass Remix) (New Order, Stephen Hague)
08 - Regret (Fire Island Remix) (New Order, Stephen Hague)
09 - Age of Consent (Howie B Remix)
10 - Spooky (Magimix)
Get Ready (2001)
01 - Crystal
02 - 60 Miles an Hour
03 - Turn My Way (Special Guest Vocals: Billy Corgan)
04 - Vicious Streak
05 - Primitive Notion
06 - Slow Jam
07 - Rock the Shack (Guest Vocals: Bobby Gillespie and Guitar: Andrew Innes)
08 - Someone Like You
09 - Close Range
10 - Run Wild
International (2002)
01 - Ceremony (12" version)
02 - Blue Monday
03 - Confusion (1987 version)
04 - Thieves Like Us
05 - The Perfect Kiss
06 - Shellshock
07 - Bizarre Love Triangle (Extended dance mix)
08 - True Faith
09 - Touched by the Hand of God (original 12")
10 - Round & Round (7" version)
11 - Regret
12 - Crystal
13 - 60 Miles an Hour
14 - Here to Stay (radio edit)
Retro (2002)
Disc 1: Pop
01 - Fine Time (from Technique)
02 - Temptation (from 12" single Fac63)
03 - True Faith (from Substance) (New Order, Stephen Hague)
04 - The Perfect Kiss (from Low-Life)
05 - Ceremony (from 12" single Fac33) (Joy Division)
06 - Regret (from Republic) (New Order, Stephen Hague)
07 - Crystal (from Get Ready)
08 - Bizarre Love Triangle (from Brotherhood)
09 - Confusion (from 12" single Fac93) (New Order, Arthur Baker)
10 - Round & Round (from Technique)
11 - Blue Monday (from 12" single Fac73)
12 - Brutal (from The Beach Motion Picture Soundtrack)
13 - Slow Jam (from Get Ready)
14 - Everyone Everywhere (from Republic)
Disc 2: Fan
01 - Elegia (from Low-Life)
02 - In a Lonely Place (from 12" single Fac33)
03 - Procession (from 7" single Fac63)
04 - Your Silent Face (from Power, Corruption & Lies)
05 - Sunrise (from Low-Life) (Joy Division)
06 - Let's Go (from The Best of New Order (US))
07 - Broken Promise (from Brotherhood)
08 - Dreams Never End (from Movement)
09 - Cries and Whispers (from Everything's Gone Green; single FBNL 8)
10 - All Day Long (from Brotherhood)
11 - Sooner Than You Think (from Low-Life)
12 - Leave Me Alone (from Power, Corruption & Lies)
13 - Lonesome Tonight (from 12" single Fac103)
14 - Every Little Counts (from Brotherhood)
15 - Run Wild (from Get Ready)
Disc 3: Club
01 - Confusion (Koma & Bones Vocal mix) (with Bernard's new vocal) (New Order, Arthur Baker)
02 - Paradise (Robert Racic mix) (from 12" single Fac183R)
03 - Regret (Sabres Slow 'n' Low mix) (from 12" Single NUOX1) (New Order, Stephen Hague)
04 - Bizarre Love Triangle (Shep Pettibone Extended remix) (from 12" single Fac163)
05 - Shellshock (John Robie mix) (from Substance) (New Order, John Robie)
06 - Fine Time (Steve 'Silk' Hurley mix) (from 12" single Fac233R)
07 - 1963 ('95 Arthur Baker mix) (from CD single NUCDP6) (New Order, Stephen Hague)
08 - Touched by the Hand of God (7" version) (from 7" single Fac193)
09 - Everything's Gone Green (from 12" single FBNL8)
10 - Blue Monday (Jam & Spoon Manuela mix) (from CD single NUOCD7)
11 - World in Motion (Subbuteo mix) (Pickering/Parke mix, from Fac293R) (New Order, Keith Allen)
12 - Here to Stay (Extended instrumental) (Chemical Brothers remix, from Here to Stay (AUS release))
13 - Crystal (Lee Coombs dub) (Mistitled as Lee Coombs remix)
Disc 4: Live
01 - Ceremony (Studio 54, Barcelona, 7 July 1984) (Joy Division)
02 - Procession (Polytechnic of Central London, 6 December 1985)
03 - Everything's Gone Green (Recreation Centre, Kingston-upon-Thames, Tolworth, London 12 March 1983)
04 - In a Lonely Place (Glastonbury Festival, 20 June 1981) (Joy Division)
05 - Age of Consent (Spectrum Arena, Warrington, 1 March 1986)
06 - Elegia (Glastonbury Festival, 19 June 1987)
07 - The Perfect Kiss (Glastonbury Festival, 19 June 1987)
08 - Fine Time (claims to be from Hoffman Estates, Chicago, 30 June 1989 but is really Blossom Music Center, Cuyahoga Falls, OH 5 July
1989)
09 - World (Starplex Amphitheatre, Dallas, 21 July 1993) (New Order, Stephen Hague)
10 - Regret (Reading Festival, 31 August 1993) (New Order, Stephen Hague)
11 - As It Is When It Was (Reading Festival, 31 August 1993)
12 - Intermission by Alan Wise (Olympia, Paris, 12 November 2001)
13 - Crystal (Big Day Out, Gold Coast, 20 January 2002)
14 - Turn My Way (Olympia, Liverpool, 18 July 2001)
15 - Temptation (Academy, Brixton, 10 October 2001)
Disc 5 limited edition CD: Bonus
01 - Temptation '98
02 - Transmission (Live) (Joy Division)
03 - Such a Good Thing (from CD Single NUOCD12)
04 - Theme from "Best & Marsh"(from 12" single Fac263)
05 - Let's G... (extract from instrumental used on Salvation! motion picture soundtrack)
06 - True Faith (Pink Noise Morel edit) (New Order, Stephen Hague)
07 - Run Wild (Steve Osborne Original mix)
08 - The Perfect Kiss (Live take recorded at video shoot)
09 - Elegia (Full version)
Singles (2005)
Disc 1:
01 - Ceremony (original version) (Joy Division)
02 - Procession
03 - Everything's Gone Green (7" version)
04 - Temptation (7" original version)
05 - Blue Monday (12" version)
06 - Confusion (Rough Mix Edit) (New Order, Arthur Baker)
07 - Thieves Like Us (7" edit) (New Order, Arthur Baker)
08 - The Perfect Kiss
09 - Sub-culture (Remix – 7" edit)
10 - Shellshock (single version) (New Order, John Robie)
11 - State of the Nation (edit)
12 - Bizarre Love Triangle
13 - True Faith (12" version) (New Order, Stephen Hague)
14 - 1963 (Arthur Baker Radio Mix) (New Order, Stephen Hague)
15 - Touched by the Hand of God (single version)
Disc 2:
01 - Blue Monday 1988 (7" version)
02 - Fine Time (7" edit)
03 - Round & Round (7" version)
04 - Run (Incorrectly credited as "Run 2") (New Order, John Denver)
05 - World in Motion (single version) (New Order, Keith Allen)
06 - Regret (New Order, Stephen Hague)
07 - Ruined in a Day (radio edit) (New Order, Stephen Hague)
08 - World (The Price of Love) (radio edit) (New Order, Stephen Hague)
09 - Spooky (radio edit) (New Order, Stephen Hague)
10 - Crystal (radio edit)
11 - 60 Miles an Hour (radio edit)
12 - Here to Stay (radio edit)
13 - Krafty (single edit)
14 - Jetstream (radio edit) (New Order, Stuart Price, Ana Lynch)
15 - Waiting for the Sirens' Call (Rich Costey radio edit)
16 - Turn (edit)
Waiting For The Sirens Call (2005)
01 - Who's Joe? (New Order, Jim Spencer)
02 - Hey Now What You Doing (New Order, Stephen Street)
03 - Waiting for the Sirens' Call (New Order, Jim Spencer)
04 - Krafty (New Order, John Leckie)
05 - I Told You So (New Order, Jim Spencer)
06 - Morning Night and Day (New Order, Stephen Street)
07 - Dracula's Castle (John Leckie, New Order)
08 - Jetstream (Stuart Price, New Order)
09 - Guilt Is a Useless Emotion (Stuart Price, New Order)
10 - Turn (New Order, Stephen Street)
11 - Working Overtime
ITunes Originals (2007)
01 - iTunes Originals
02 - A Door Opening in a Darkened Room
03 - Transmission (iTunes original version)
04 - The First Album 'Movement' Was Very Tentative
05 - Dreams Never End
06 - That's One of the Legends Anyway
07 - Blue Monday
08 - Another One of Our Dance Rock Things
09 - Bizarre Love Triangle (iTunes original version)
10 - It's Most Notable for the Quality of Its Sleeve
11 - The Perfect Kiss
12 - There Was No Great Plan
13 - Love Vigilantes (iTunes original version)
14 - We Don't Really Know What We're Doing
15 - True Faith
16 - Then It All Started Going Wrong
17 - Round & Round
18 - 'Run Wild' Is a Very Personal Track
19 - Run Wild (iTunes original version)
20 - A Total Shock
21 - Regret
22 - People Like the New Numbers
23 - Waiting for the Sirens' Call (iTunes original version)
24 - I Find It Very Pleasurable
25 - Love Will Tear Us Apart (iTunes original version)
Lost Sirens (2013)
01 - I'll Stay with You
02 - Sugarcane
03 - Recoil
04 - Californian Grass
05 - Hellbent
06 - Shake It Up
07 - I've Got a Feeling
08 - I Told You So (Crazy World Mix)
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